Plessi chiusi, docenti in sciopero, organico al limite. Questa l’istantanea offerta dalla BBC e da numerosi quotidiani che lanciano l’allarme circa ondate di sciopero senza precedenti: personale allo stremo, stipendi bassi ed insufficienti data l’iperinflazione – la quale oltre a compromettere e contrarre il potere d’acquisto rischia di avere impatto diretto sulla mobilità del personale dunque limitando l’organizzazione delle attività didattiche – e welfare non garantito come stabilito dagli accordi. I docenti ed il personale puntano il dito contro un esecutivo che pare sordo, disinteressato ed impermeabile a cambiamenti di qualsivoglia natura; la crisi inoltre degli edifici, determinata dalla discussa presenza di calcestruzzo lavorato precompresso e forato, ha acuito enormemente il dibattito in corso ed aperto spiragli di crisi ancora più ampi.
Le scuole chiudono per mancanza di organico, in sciopero o non reclutabile nelle vicinanze (si pensi alle aree rurali) o per certificazioni circa la sicurezza e la stabilità meccanica degli edifici non più adeguate allo svolgimento di attività didattiche nelle pertinenze ed interni. La Scozia, che si prepara ad essere con le sue sigle sindacali in lotta il motore da traino del dissenso, rischia di trovarsi con centinaia di migliaia di studenti a casa per scioperi e proteste che sembrano inarrestabili.
Centinaia di scuole in Scozia verranno chiuse mentre il personale di supporto inizierà uno sciopero di tre giorni in 24 dei 32 comuni del paese. A migliaia di alunni è stato detto di restare a casa mentre i membri del sindacato Unison scendono in piazza per chiedere un confronto su una pay rise minima necessaria. La rinnovata offerta di Cosla (portavoce del Ministero dell’Istruzione) e i colloqui dell’ultimo minuto avvenuti nel fine settimana scorso non sono riusciti a fermare l’azione del sindacato più rappresentativo.
L’impatto dello sciopero varierà in modo significativo nelle 24 aree in cui Unison sta colpendo: tutte le scuole primarie e secondarie di Edimburgo saranno chiuse mentre a Glasgow 29 secondarie rimarranno aperte agli studenti delle classi S4, 5 e 6 (equivalenti alle scuole secondarie di I grado italiane). Nell’Aberdeenshire, 39 scuole sono chiuse e 21 svolgono solo attività didattiche parziali. Il consiglio ha affermato che anche 66 centri di apprendimento precoce e asili nido sono stati chiusi. La controversia riguarda un’offerta retributiva per il personale non docente tra cui bidelli, addetti alle mense, assistenti di classe, addetti alle pulizie, personale amministrativo e addetti educativi degli asili nido.
Mercoledì scorso era stata fissata la scadenza per presentare un’offerta salariale migliore all’ente locale Cosla, che è stata prorogata mentre si chiedevano investimenti più consistenti al Ministero. Il governo scozzese ha quindi stanziato in misura straordinaria 80 milioni di sterline in finanziamenti riservati per consentire un nuovo accordo, che prevedeva un aumento di circa 2.000 sterline all’anno per i salari più bassi.
Mark Ferguson, presidente del sindacato locale di Unison, ha dichiarato al programma Good Morning Scotland della BBC che la controversia riguarda anni di sottofinanziamenti, tagli di posti di lavoro e di retribuzioni dirette a docenti e personale. Ha inoltre aggiunto: “Non è chiaro esattamente quale sia il valore annuale (della nuova offerta). Abbiamo ricevuto due lettere – una dal governo scozzese e una da Cosla – e sono in conflitto e netto contrasto tra loro”. Occorre spiegare esattamente da dove provengono questi fondi e non vogliamo che provengano da ulteriori tagli a posti di lavoro e servizi”.
Ricordiamo che, sempre in riferimento al PPA – potere d’acquisto pro-capite – la retribuzione media del corpo docenti nel Regno Unito si conferma più elevata di quanto percepita in Italia: un insegnante nel Regno Unito in genere guadagna circa 54.600 sterline all’anno. Gli stipendi sono compresi tra 25.100 sterline a 86.800, sulla base di esperienza ed anzianità maturate.
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