Le dichiarazioni di ieri del giornalista e scrittore Davide Giacalone hanno fatto molto scalpore tra il personale docente. Il direttore editoriale del quotidiano d’opinione La Ragione si è esposto proposito di un tema caldo, ossia la retribuzione dei docenti, sulla scia delle recenti promesse del Pd capitanato da Enrico Letta.
Giacalone ha detto senza mezzi termini che, a suo avviso, non bisogna pensare ad aumentare lo stipendio a tutti i docenti indistintamente per portarlo alla pari con gli stipendi medi dei loro colleghi europei, come promette il Pd. Per il giornalista bisogna ragionare sulla base del merito e dei risultati ottenuti in classe.
Questo concetto è stato ribadito e ampliato proprio nella prima pagina del suo quotidiano, La Ragione, di oggi 12 agosto. In un trafiletto sono stati passati in rassegna alcuni punti ad integrazione del discorso del suo direttore editoriale destinati, anch’essi, a far discutere.
Innanzitutto si prende una posizione forte a proposito del reclutamento dei docenti: “Se si continua a immettere personale senza concorso e a scandire le carriere con le anzianità, aumentare gli stipendi sarà un atto generoso ma inutile circa lo scopo. Che sarebbe quello di fornire scuole migliori agli studenti”.
Poi si legge che, se si vuole costruire “una scuola formativa e meritocratica fra i banchi, bisogna averla formata e meritocratica in cattedra”. Quindi, in soldoni, se si vogliono premiare gli studenti che ottengono i migliori risultati, bisogna fare lo stesso con i loro docenti.
“La formazione si valuta al concorso e nel tempo. La meritocrazia – si legge ancora – si misura sui risultati, confrontando quelli in ciascuna materia e per ciascuno studente, quindi scontando i diversi punti di partenza. Non è che sia opera ciclopica, ma una banca dati che si arricchisce nel tempo”. Secondo questa linea tutto, all’interno del sistema scolastico, andrebbe basato sulla meritocrazia: “Gli insegnanti bravi devono essere pagati di più e più soldi andare alle scuole ben gestite”.
E, infine, viene fatto un accenno molto duro agli insegnanti che rendono poco: “Gli altri insegnanti non vale la pena premiarli e in certi casi è meglio perderli”
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