Nelle scuole ha comportato più di qualche disservizio lo sciopero di venerdì 10 febbraio proclamato dall’Unione Sindacale di Base per tutto il personale della scuola.
La protesta, alla quale in media hanno aderito alcune unità di lavoratori in servizio nelle scuole, è culminata in una manifestazione nazionale svolta davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito, organizzata per chiedere una decina di provvedimenti: dall’aumento degli organici al miglioramento delle condizioni di lavoro e salariali di tutto il personale precario e di ruolo, ATA e docente.
Centinaia di manifestanti hanno fatto diverse richieste: la conferma del “personale cosiddetto covid, soprattutto Ata, i docenti che hanno svolto i concorsi indetti negli anni dai governi, i docenti di ruolo “ingabbiati”, impossibilitati a conseguire ulteriori abilitazioni, i vincolati a permanere in sedi disagiate per le condizioni di vita e familiari per almeno tre anni, gli studenti in ferma opposizione al Pcto e allo sfruttamento di un mondo del lavoro sempre più affamato di profitto”.
Una delegazione del sindacato è stata ricevuta al ministero dell’Istruzione, a cui è stato consegnato il documento elaborato da Usb Scuola.
Durante l’incontro è stata accolta la richiesta dell’avvio di un tavolo sulla precarietà, al quale Usb si impegna a portare avanti la battaglia per l‘aumento degli organici, la stabilizzazione dei precari con almeno tre anni di servizio e per l’esaurimento delle graduatorie di merito concorsuali, nonché per il diritto alla formazione obbligatoria gratuita.
A chiedere un trattamento migliore sono stati anche gli studenti, “che il governo avvia a un futuro di precarietà e sfruttamento”, sostengono i sindacalisti di Usb.
La mobilitazione proseguirà fino a domenica: centinaia di studenti da tutta Italia, insieme all’Unione degli Studenti e ActionAid, si riuniranno per discutere di partecipazione e rappresentanza dopo i primi 100 giorni del nuovo Governo Meloni.
In diverse città, gli studenti porranno l’attenzione sul diritto allo studio, al benessere fisico e psicologico di chi si forma, al contrasto alle diseguaglianze educative e alle discriminazioni.
Le proposte Diverse sono le proposte per rafforzare gli strumenti di partecipazione e rappresentanza di studenti e studentesse e richiamare la politica alle proprie responsabilità: agli incontri saranno presenti anche attivisti, genitori, docenti e rappresentanti di numerose organizzazioni già coinvolti nella campagna nazionale “Possiamo Tutto”, lanciata lo scorso settembre da Unione degli studenti e ActionAid, per richiedere maggiore spazio e rappresentanza decisionale – non solo consultiva – degli studenti all’interno degli organi collegiali scolastici fino alle sedi decisionali nazionali.
L’atto conclusivo dei tre giorni di protesta si svolgerà alle ore 11 di domenica 12 febbraio, quando è previsto un flash mob davanti al ministero dell’Istruzione del Merito: al grido “Mai più invisibili” più di 150 studenti indosseranno delle maschere bianche per protestare contro l’invisibilità a cui sono costretti dalla politica.
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