Bello sarebbe! Ma non lo è. Aumenti stipendiali di tale natura per i docenti italiani crediamo che non ve ne saranno mai: perché i prof sono troppi e perché è considerato un lavoro con eccessive vacanze e poco impegno. Lo sappiamo da tanto tempo e da tanto tempo denunciamo questo luogo comune.
In ogni caso, anche quest’anno abbiamo scherzato in occasione del 1° di aprile, come ormai è tradizione di questa testata, sperando magari che qualcuno dalle parti del governo ci abbia creduto per davvero e possa dare avvio a questo “pio desio”, come dice il poeta, che i docenti conservano da decenni nel loro cassetto insieme col registro e i compiti in classe.
Tuttavia, quello che non si capisce è il motivo per il quale un docente tedesco prende a fine carriera quasi il doppio di un suo collega italiano e perché da quelle parti un prof ha una considerazione sociale rilevante.
Ma non si capisce nemmeno perché in Germania il preside è elettivo all’interno della scuola e metà del suo tempo lo passa in classe, con gli alunni a fare lezione, e l’altra metà a sbrigare le faccende burocratiche dell’Istituto. Il dirigente da noi, non solo deve essere vincitore di concorso, ma è anche a tempo pieno e ha addirittura pure i collaboratori: misteri della burocrazia italiana e del suo ordinamento.
Un ordinamento che però non si snellisce, anzi si avviluppa sempre di più ma senza dare i giusti riconoscimenti a chi dentro a questa rete dell’istruzione si trova.
Perché anche questo è un problema: non si può riformare lo stato giuridico dei docenti, consentendo carriera ed emolumenti coerenti con l’Europa?
Nell’attesa che qualche ministro, oltre che del Merito, anche della Buona volontà, lo faccia, consentiteci l’augurio a tutto il personale della scuola di una allegra e felice giornata, in attesa di una Santa e serena Pasqua.
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