Proprio un anno fa si discuteva nelle scuole del rinnovo contrattuale.
Dopo anni di blocco degli stipendi docenti e Ata si aspettavano un rinnovo decoroso anche se non di livello “europeo”.
Le cose invece andarono come sappiamo: solo con grande difficoltà si riuscì a garantire un aumento di almeno 85 euro lorde per tutti, così come era stato concordato fra i sindacati e la Ministra Marianna Madia nel novembre del 2016.
I sindacati dissero subito che quello che si stava firmando doveva essere considerato un contratto ponte; a conferma di questa linea, i sindacati disdettarono il contratto pochi mesi dopo.
Con il cambio di Governo molti avevano sperato che il 2019 sarebbe stato l’anno della “riscossa”.
E invece, a conti fatti, con la legge di bilancio approvata nel dicembre scorso le risorse stanziate per i contratti pubblici basteranno solamente per riconoscere l’indennità di vacanza contrattuale.
In pratica al personale della scuola, come a tutti gli altri statali, verrà riconosciuto un mini-aumento di 8 euro lordi a partire da aprile; aumento che diventerà di 13-14 euro a partire dal mese di luglio.
E questo, nonostante che in questi mesi in più circostanze sia il ministro Bussetti sia il vice-presidente Di Maio abbiano ammesso che gli stipendi dei docenti sono troppo bassi e dovrebbero essere al più presto adeguati.
Se ne parlerà, forse, nel 2020, sempre che con la prossima legge di bilancio vengano stanziate le risorse necessarie.