L'ex ministro Marco Bussetti, con i leader dei cinque sindacati maggiori della scuola
I sindacati della scuola stavolta non si fidano: in otto mesi hanno ricevuto rassicurazioni da tre ministri diversi, anche attraverso accordi formali (prima fine aprile dall’allora titolare del Miur Marco Bussetti e poi a dicembre dal suo successore Lorenzo Fioramonti, pochi giorni prima del suo addio al Miur). Al termine dell’ultimo incontro, svolto il 22 gennaio con la neo ministra Lucia Azzolina, dopo avere accertato che di risorse per l’aumento degli stipendi non ci sono e che i tempi per avviare i concorsi sono allungati dallo “spacchettamento” del Miur e dalle mancate nomine dei direttori generali, le cinque sigle sindacali maggiori hanno pubblicato un comunicato nel quale minacciano la ripresa della mobilitazione.
“Se non ci saranno risposte sul merito delle questioni poste riprenderemo le iniziative di mobilitazione in precedenza sospese”, hanno scritto le segreterie nazionali di Flc-Cgil, Cisl-Fsur, Uil-Scuola Rua, Snals-Confsal e Gilda-Unams.
L’incontro con la ministra, a loro giudizio, si è limitato ad “una prima presa di formale contatto, nel corso della quale le organizzazioni sindacali hanno comunque sollecitato la nuova titolare di viale Trastevere a riavviare con la massima urgenza il percorso di attuazione degli impegni concordati in sede di conciliazione fra sindacati e Miur il 19 e 20 dicembre scorso”.
“Al riguardo la ministra Azzolina – ricordano le organizzazioni sindacali- ha assicurato che a breve saranno avviati i tavoli tecnici e politici, pur facendo presente la necessità di una verifica politica con le forze di maggioranza su alcune delle questioni sul tappeto, in particolare per quanto riguarda le soluzioni da adottare a regime su reclutamento e abilitazioni. Le organizzazioni sindacali attendono dunque a strettissimo giro la convocazione dei tavoli di confronto previsti dai verbali di conciliazione”.
Insomma, i sindacati stavolta hanno fretta. Per arrivare a delle decisioni da prendere in modo comune.
“Va evitato – ha detto Pino Turi, leader Uil Scuola – ogni tentativo di disintermediazione. Le relazioni sindacali si fanno insieme”.
“Va bene un confronto con tempi europei, ben vengano anche stipendi europei – ha aggiunto -. Occorre ridare dignità al lavoro svolto dal personale della scuola. Il contratto è lo strumento primo, ma servono le risorse che al momento non ci sono”, riferendosi alla legge di bilancio che alla scuola e ai suoi lavoratori non ha riservato particolari risorse.
“In questo incontro, che ha avuto valenza politica più che tecnica, abbiamo scelto di non presentare alcuna lista della spesa. I temi al centro del confronto sono ben noti a tutti soggetti che hanno animato il tavolo. Ora si tratta di dare risposte credibili, chiare ed affrontare i dettagli: è lì che si annidano problemi veri, e presunti. Quelli che possono trasformare anche le buone intenzioni in meccanismi sbagliati ed inefficaci”, ha chiosato il sindacalista Uil.
Si parla ancora della questione dei genitori che accompagnano i figli fuori all'orale di maturità,…
Una docente lavoratrice madre, residente con il figlio minore di 6 anni nella provincia di…
In questi giorni si parla (e critica) molto dell'usanza di svolgere la prova orale degli…
In questi giorni sono molti gli studenti che stanno parlando degli esami di maturità 2024…
Il CESP (Centro studi Scuola Pubblica) da dodici anni ha aperto un focus su istruzione…
Con avviso del 3 luglio 2024 il Ministero ha informato che si svolgerà il 30…