Nella P.A. è il comparto della scuola quello più corposo, con oltre un milione di lavoratori, tra quelli ancora privi di rinnovo contrattuale.
Docenti e Ata sono in buona compagnia, perché in tutto ad aspettare l’adeguamento stipendiale, oltre che le nuove norme che disciplinano il lavoro, sono circa 12 milioni di dipendenti, sparsi tra pubblico e privato.
Nella scuola sono 1.038.606 coinvolti. Poi, sempre nel settore della Conoscenza, ci sono gli istituti di formazione artistica e musicale (9.365), gli enti di ricerca (20.810), le università (101.383).
A fare il punto della situazione, denunciando l’allarme sulla contrattazione, è un rapporto della Uil, alla vigilia dell’attivo unitario dedicato ai rinnovi, che partirà con la riduzione dei comparti.
“I lavoratori dei settori privato e pubblico in attesa del rinnovo di un contratto collettivo nazionale di lavoro, già scaduto o in scadenza nel corso del 2016, sono oltre 12 milioni”, dice il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, tirando le fila dello studio condotto dal sindacato. Nel dettaglio si tratta di 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 9 milioni di lavoratori del privato (tra quest’ultimi, per 7,6 milioni la dead-line cade nel biennio 2015-2016).
Per Barbagallo “le ripercussioni macroeconomiche di questa condizione di stallo sono del tutto evidenti. Qualche mese or sono l’Istat ha rilevato che la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie nel primo trimestre del 2016 è stata la più bassa mai registrata dall’inizio delle serie storiche e cioè da 34 anni a questa parte”.
In tali condizioni, aggiunge, “la ripresa, nella migliore delle ipotesi, non potrà che essere lentissima”. Infatti per il leader della Uil “il rinnovo di un contratto non è solo un diritto per i lavoratori, ma è un investimento per la crescita dell’intero sistema economico”.
Il servizio politiche pubbliche ha elaborato dati ufficiali del ministero dell’Economia e della Ragioneria generale dello Stato del 2014, anche alla luce della recente e nuova definizione dei 4 comparti interessati.
Lavoratori pubblici in attesa di rinnovo, la cui controparte contrattuale però non è più l’Aran, sono anche i vigili del fuoco (33.139), i lavoratori della sicurezza (313.000), le Forze armate (187.000), i lavoratori delle autorità indipendenti (2.085), delle prefetture, della magistratura e della diplomazia (12.753), della penitenziaria (349) e di altri enti e istituzioni (45.133).
Nel settore privato, l’indagine prende ha monitorato 66 contratti, rilevando che “di essi 37 sono scaduti nel 2015 e ne sono stati rinnovati, ad oggi, solo 8”. Nel 2016, invece, “sono attualmente scaduti 21 ccnl, di cui 5 rinnovati”, mentre “ulteriori 8 ccnl scadranno a fine 2016”.
Tra gli accordi che hanno già oltrepassato la data di vigenza, c’è anche quello che regola in metalmeccanici.
Passando alla Pubblica Amministrazione, come noto, ricorda la Uil, “i contratti non si rinnovano ormai da oltre 6 anni”. Con la Scuola, aggiungiamo noi, ad annoverare gli stipendi medi pure più bassi.
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