Tra le proposte elettorali legate al voto del 25 settembre ci sembra interessante riportare l’idea presente nel programma del Terzo polo di Renzi (Italia Viva) e Calenda (Azione), che contro la dispersione scolastica, per il superamento delle disparità territoriali evidenziate in questi anni dagli esiti delle prove Invalsi, intende “costruire una mappa delle aree di crisi sulla base dei tassi di abbandono scolastico, dei dati Invalsi e dei dati di occupazione a livello comunale” per poi riconoscere un incentivo economico ai docenti che operano in tali aree, con predilezione per le scuole ad alta concentrazione di studenti a rischio abbandono e con tassi di dispersione implicita ed esplicita superiori alla media nazionale.
Un riconoscimento a pioggia per tutti sulla base della scuola di appartenenza, quindi? No. L’incentivo è legato a una apposita formazione docenti in approcci didattico-pedagogici in grado di sostenere la sfida; e alla permanenza degli insegnanti, nella scuola di riferimento, per almeno un ciclo di istruzione, in modo da garantire la continuità didattica agli alunni in condizioni di grave svantaggio e povertà educativa.
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