Mentre la trattativa sul rinnovo contrattuale si conferma viziata dalla mancanza di finanziamenti, tanto da mettere a rischio pure gli 85 euro di aumento pattuiti a fine novembre 2016, cresce il numero di docenti che si lamentano per la pochezza dell’incremento in arrivo in busta paga dal prossimo mese di gennaio. Anche perché andrebbe a foraggiare degli stipendi mai stati così bassi rispetto al costo della vita. Solo che se non ci sono i fondi necessari e il debito pubblico imperversa, come si fa ad incrementare in modo sostanzioso lo stipendio di oltre un milione di docenti e Ata della scuola?
A fornire una risposta interessante, decisamente fuori dal coro, è il Movimento Roosevelt per il rinnovo contrattuale, secondo cui alla scuola si possono assegnare stipendi adeguati riducendo pure il disavanzo pubblico.
“Il contratto della scuola – scrive il Dipartimento Istruzione e Formazione civica del Movimento Roosevelt – può essere rinnovato subito, con aumenti veri e sostanziosi, in grado di recuperare la grave perdita del potere di acquisto delle retribuzioni, ferme da 10 anni, senza gravare sul bilancio dello Stato, anzi, riducendo il disavanzo pubblico. La soluzione tecnica c’è, è percorribile immediatamente sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista tecnico e occorre solo la volontà politica di metterla in atto”.
L’economista: è tutto regolare
Ad entrare nel merito della proposta è l’economista di riferimento e vicepresidente del movimento, Antonino Galloni, secondo il quale rivendica, a questo scopo, l’emissione della “moneta sovrana, ovvero biglietti di Stato o buoni acquisto. Questi ultimi non vengono emessi a debito, ma potranno venir utilizzati in seguito dagli operatori che li accettano per pagare le tasse. L’emissione di biglietti di Stato o di buoni acquisto non è impedito dai trattati europei che regolano l’emissione di moneta europea (banconote e monete) avente corso legale in tutta l’Eurolandia”.
Galloni spiega anche i vantaggi fiscali della sua proposta: “I biglietti di Stato possono essere sia a corso legale nazionale – e sottolineo nazionale – sia semplicemente fiduciari. L’importante è che ci si possano pagare le tasse. La loro caratteristica è che non sono moneta a debito e che hanno lo stesso segno algebrico delle tasse, cioè il segno ‘+’, quindi fanno diminuire il disavanzo pubblico”.
L’idea, a dire il vero, non è originalissima. “Nel passato – ammette l’economista – si è sospesa l’emissione di questo tipo di moneta, perché gli Stati ne abusavano, con conseguenze gravissime sul piano della valutazione monetaria. Oggi, invece, è necessario ripristinare questa moneta sovrana non a debito, avente circolazione nazionale, per rilanciare la qualità della presenza pubblica nei servizi, di cui quello scolastico è uno dei più importanti”.
Una misura applicabile?
Galloni sostiene, infine, che “dal punto di vista tecnico, si tratta di una misura immediatamente applicabile, purché ci sia la volontà di applicarla. Lo Stato può emettere moneta sovrana o direttamente o tramite l’INPS, utilizzando la moneta elettronica (accredito sulla busta paga) o la busta paga cartacea”.
Per sostenere se la proposta sia geniale oppure una boutade bisognerebbe interpellare un economista di esperienza. L’unica cosa certa che possiamo dire è che un Governo che tiene alla formazione dei suoi cittadini ha l’obbligo di escogitare sistemi straordinari. Anche a costo di emettere moneta “speciale”. Considerare gli insegnanti, alla pari o al di sotto degli altri lavoratori è una modalità di trattamento miope e inadeguata per un Paese moderno.
La proposta
Il Movimento Roosevelt è un movimento politico metapartitico di orientamento progressista, fondato sulla difesa dei diritti umani e sociali, della Costituzione (sfregiata e svuotata dai governi di centro-destra e di centro-sinistra, fino all’abominio dell’equilibrio di bilancio in Costituzione), della partecipazione democratica, di un’economia espansiva, keynesiana, della sovranità monetaria, di una ridiscussione dei trattati europei che hanno tradito l’ideale europeista autentico, di una inversione di rotta rispetto alla deriva neoliberista e neofeudale degli ultimi anni.
Il MR non correrà per le prossime elezioni politiche, ma sta producendo, grazie all’elevata qualità dei suoi iscritti, un programma articolato di riforme, fra le quali al primo posto una riforma della scuola (Introduzione programma ufficiale MR) che azzeri lo scempio delle finte riforme degli ultimi anni e restituisca alla scuola italiana il suo ruolo di organo costituzionale al servizio della democrazia, della formazione dei cittadini e dell’inclusività sociale. Nel laboratorio politico MR si confrontano cittadini di diversa provenienza culturale, ma unanimi nel porre al centro della politica la dignità umana, l’equità sociale ed economica e la democrazia sostanziale.
La proposta MR per il contratto della scuola è un contributo concreto che il Movimento vuole offrire alle forze politiche di governo per uscire dalla logica dissennata dei tagli alla scuola e della tassazione impropria e iniqua che viene applicata da anni al personale docente e non docente, al quale non viene riconosciuto il recupero salariale previsto dalla legge e dalla Costituzione e che sta perdendo di giorno in giorno potere d’acquisto e dignità. Il Ministro Fedeli ha più volte ribadito la necessità di valorizzare il lavoro dei docenti con una retribuzione più vicina alla media europea; ora ha la possibilità di farlo senza violare le regole di bilancio.
Va sottolineato il vantaggio complessivo della proposta per l’economia nazionale, perché accrescerebbe la capacità di spesa delle famiglie, aumentando i consumi e la moneta circolante, riducendo il disavanzo e costituendo un esperimento da applicare eventualmente ad altri settori della PA.
Se c’è la volontà politica, si potrà adottare subito. Altrimenti, il personale della scuola avrà qualche idea in più su chi non votare alle prossime elezioni.