L’estate è quasi alle spalle e l’attenzione dei lavoratori pubblici è già tutta sul rinnovo contrattuale.
Solo che più della metà degli 85 euro pattuiti con la Funzione Pubblica a fine novembre 2016 sono ancora teorici.
Più fonti, scrive l’Ansa, indicano che “quel che è già disponibile non arriverebbe, infatti, ad assicurare la metà del target”: all’appello mancherebbero ancora 48 euro”.
Per coprire tutto l’incremento mancano circa 1,5-1,6 miliardi, di più di quanto era stato stimato sino ad oggi (1,2-1,3 miliardi): dovranno, per forza, arrivare con la Legge di Bilancio di fine 2017.
Complessivamente, il budget per il rinnovo contrattuale, cumulato con ben tre manovre, sfiorerebbe così i 2,8 miliardi. Tra l’altro, si tratta solo della Pubblica Amministrazione centrale. Perché gli enti locali e il resto della PA dovranno provvedere con le loro casse
Ma i problemi non sono solo sulle risorse da trovare: da risolvere c’è anche il nodo rappresentato dal bonus 80 euro, da mantenere intatto anche a fronte degli scatti stipendiali.
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L’incremento di 85 euro lordi, infatti, metterebbe a rischio la somma introdotta dal Governo Renzi per incrementare gli stipendi fino a 26mila euro lordi. Tutti i compensi annui che partono da 23mila, sarebbero interessati allo “sforamento”. A meno che non si trovi la copertura adeguata: si parla di circa 200 milioni di euro.
Per evitare la beffa, sostiene ancora l’Ansa, le strade possono essere molteplici: “dalla defiscalizzazione alla creazione di una voce specifica, da collocare al di fuori della retribuzione base. In ogni modo, sul principio, ovvero sulla salvaguardia del bonus, non ci sarebbero dubbi, almeno stando a quanto indicato dalla ministra della P.A, Marianna Madia, sin dalla direttiva ‘madre’ sullo sblocco dei contratti”.
Per “il commissario della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, ci sono anche da garantire le “agevolazioni fiscali sui premi” e lo sviluppo del “welfare contrattuale”. Le risposte alle tematiche aperte dovrebbero arrivare a breve, d’altra parte il paracadute per il bonus è stato anche al centro del tavolo sul rinnovo all’Aran, in cui è stata stimata la cifra per evitare” che per un alto numero di statali il rinnovo contrattuale si trasformi in una sorta di “partita di giro”. Alla fine della quale si rimarrebbe con la stessa busta paga di nove anni fa.
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