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Stipendi NoiPa aprile docenti, 100 euro in meno in busta paga: Flc Cgil spiega perché

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April 17, 2025

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Stipendi con una cifra più bassa per docenti e AFAM ad aprile 2025: brutta sorpresa per i lavoratori che hanno visto un cedolino più “magro” questo mese. A spiegare il motivo di questa riduzione è stato il sindacato Flc Cgil con un comunicato.

Un consistente numero di lavoratori della scuola e dell’Afam, pagati tramite Noipa (il sistema informatico e di calcolo del Ministero dell’Economia), spiegano, si vedrà ridotto il netto in busta paga anche di oltre 100 euro netti, senza alcuna spiegazione da parte dell’ente pagatore.

“Grave danno procurato ai lavoratori”

“Ciò è dovuto – si legge nella nota – al mancato adeguamento della piattaforma informatica rispetto alle novità della Legge di bilancio introdotte da gennaio 2025. Da quella data, infatti, è entrato in vigore il nuovo meccanismo di riduzione del cuneo fiscale che ha sostituito il precedente, di riduzione del cuneo contributivo. Questa modifica voluta dal Governo non assicura per tutti lo stesso vantaggio in busta paga garantito dal precedente sistema e in alcuni casi potrebbe essere peggiorativa, poiché basata sui nuovi scaglioni fiscali, introdotti dal governo Meloni, che riducono la progressività della tassazione a vantaggio dei redditi più alti. E inoltre il mancato adeguamento di NoiPa sta comportando uno stipendio più basso”.

“Ancora una volta il Governo colpisce le retribuzioni più basse e più vulnerabili con interventi che vanno ad aggravare una situazione già segnata da comportamenti pesantemente penalizzanti in termini di tutela del potere d’acquisto. Basti pensare ai contratti pubblici non ancora rinnovati dove si vuole imporre un aumento di un terzo rispetto all’inflazione certificata (inflazione a 17% e aumenti del 6%) o al ritardo con cui vengono pagati i supplenti temporanei. Si metta subito riparo al grave danno procurato ai lavoratori con la restituzione immediata di quanto sottratto”, concludono.

Contratto scuola, il punto di Fracassi

Nel frattempo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022/24 della scuola “ancora non c’è l’atto di indirizzo, anche se per le notizie che abbiamo dovrebbe essere nella fase conclusiva. Quindi, è possibile che nelle prossime settimane si avviino le trattative, che però partono sicuramente in salita: perché sulla base di risorse inadeguate a quella che è l’inflazione e la valorizzazione”: ha detto in una videointervista alla Tecnica della Scuola Gianna Fracassi, segretaria generale Flc-Cgil, a margine della conferenza stampa “Investire in Istruzione e Ricerca per far ripartire il Paese”.

Ad oggi, gli aumenti lordi sono fermi ai 160 euro lordi medi previsti dall’ultima Manovra economia, di cui la metà circa già in busta paga da un anno. Solo che l’inflazione nel frattempo è aumentata del 17-18%: Fracassi ritiene allora indispensabile “aumentare i soldi per i contratti”, perché “per l’intervento sul cuneo contributivo non si è aspettata la Legge di Bilancio, ma venne fatto, se non ricordo male, tra gennaio e febbraio. Quindi si trovarono le risorse per dare una risposta ai lavoratori e alle lavoratrici italiane. Quindi questo è possibile farlo anche rispetto al rinnovo dei contratti pubblici, pure del comparto Istruzione e ricerca”.