Nel pubblico impiego, il numero di dipendenti complessivi si riduce ulteriormente, dello 0,2% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 3 milioni e 356 mila: il dato emerge dall’Annuario statistico della Ragioneria generale dello Stato, riferito al 2016, in base al quale risulta anche che il calo riguarda solo i lavoratori a tempo indeterminato. Mentre crescono i precari.
Rispetto al 2015, infatti, si contano 29 mila 687 occupati a tempo indeterminato in meno (-1%), mentre le unità di lavoro “flessibili” salgono di 20.644 (+7,8%): da 142.247 a 162.891.
In totale, considerando tutti i posti, in 12 mesi si è assistiti ad una riduzione complessiva di 6.969 posti.
Nella scuola, dove l’effetto incremento si è consumato con la Buona Scuola, si è passati da 943.086 a 943.452 posti a tempo indeterminato, con il numero rimasto praticamente invariato.
I lavoratori precari che operano negli istituti pubblici, invece, sono saliti in modo consistente (di 20.644 posti): da 142.247 a 162.891.
Il costo del lavoro invece resta praticamente invariato, risultando pari a 159 miliardi e 651 milioni di euro (erano 159 miliardi e 525 milioni l’anno precedente).
Certo i conti ancora non risentono degli effetti del rinnovo contrattuale: pur decorrendo dal 2016 l’accordo è stato firmato solo alla fine del 2017 e i primi aumenti sono stati caricati nelle buste paga a inizio 2018.
L’incremento di 85 euro medi lordi, arrivati con il cedolino di giugno, tuttavia, riguarda tutti i comparti: quindi, le distanze rimangono pressoché immutate.
Ecco che “rispetto al 2009, l’anno in cui la spesa è stata massima, al netto dei nuovi enti – entrati nel conto nel frattempo – nel 2016 sono stati spesi per il pubblico impiego circa 12 miliardi in meno”.
Sempre nel 2016 è risultata in calo anche la retribuzione media complessiva dei dipendenti della PA, passata da 34.511 euro a 34.435. I livelli più bassi si registrano nella scuola: dove si è scesi da 29.307 euro complessivi del 2015 a 28.403 euro medi dell’anno 2016.
Davanti alla scuola, si piazzano tutti gli altri comparti: dagli enti locali (29.081) ai ministeri (30.695); dai vigili del fuoco (32.430) ai dipendenti delle regioni a statuto speciale (35.494). Poi, tutti gli altri dipendenti, che guadagnano ancora di più.
Stipendi PA 2016: clicca qui per vedere gli stipendi confronto dei lavoratori pubblici.
I compensi più corposi della pubblica amministrazione, in virtù di contratti di categoria che prevedono retribuzioni mensili davvero ben più sostanziose, spettano ai lavoratori delle autorità indipendenti (89.802 euro l’anno), ai diplomatici (92.819) e ai prefetti (93.026).
Ancora una volta, la palma dei “ricchi” della PA è tutta ad appannaggio dei magistrati, che con 138.268 euro medi si portano a casa un compenso annuo cinque superiore rispetto a quello che percepisce un lavoratore della scuola.
Per vedere incrementati gli stipendi, comunque, non si dovrebbe attendere molto: a dicembre, infatti, scadrà già il contratto 2016/18 sottoscritto lo scorso mese di aprile. Per avere una prima idea sull’entità degli aumenti, bisognerà attendere però la prossima Legge di Bilancio.
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