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Stipendi Scuola, dalla Manovra neanche un euro in più: Zangrillo conferma il +6% che significa 10 punti sotto l’inflazione. Cgil e Uil: sciopero inevitabile

Neanche un euro in più rispetto ai 160 medi lordi che andranno al comparto scolastico per il rinnovo del contratto 2022/24. Neanche un euro in più nessun comparto pubblico. La conferma della Manovra 2025 blindata, almeno sul fronte degli aumenti stipendiali, arriva dall’incontro tenuto dai sindacati il 27 novembre a Palazzo Vidoni. “L’incontro di oggi – hanno detto Cgil e Uil – conferma le ragioni dello sciopero generale proclamato per il prossimo 29 novembre: il ministro Alberto Zangrillo ha chiarito che la manovra in discussione in Parlamento non incrementerà le risorse stanziate per il triennio 2022 – 2024″.

I due sindacati spiegano anche, in una nota, che “nel difendere la scelta del governo, Zangrillo ha comunicato la sua piena soddisfazione per ciò che prevede la manovra. Nel disegno di legge di bilancio non ci saranno risorse in più, nonostante, lo stesso ministro ammetta che il 6% sia molto al di sotto dell’inflazione, che nel triennio ha registrato un livello record superiore a 16, producendo e programmando un pesante taglio ai salari”.

Non è previsto nulla in più “quindi per aumentare i salari dei dipendenti, nulla per superare il tetto della contrattazione integrativa, nulla rispetto al superamento del blocco del turn over e sulla stabilizzazione dei precari, nulla per superare i pesanti tagli degli organici nella scuola. Esiste – aggiungono i due sindacati promotori dello sciopero del 29 novembre – un problema di sperequazione salariale anche tra comparti, urgono interventi per aumentare i trattamenti tabellari su funzioni locali, sanità, istruzione e ricerca, comparto e dirigenza, e le stesse funzioni centrali”.

Secondo i due sindacati, inoltre, i dipendenti pubblici italiani sono penalizzati non solo rispetto ai privati, ma anche rispetto al panorama europeo: infatti a parità di titoli di studio, funzioni e professione i nostri stipendi sono più bassi della media europea”.

“Per questi motivi – concludono Cgil e Uil – insistiamo nel dire che occorre cambiare rotta rispetto alle politiche finora adottate, superando i tagli ai servizi pubblici a partire da istruzione e salute, si rafforzano ancora di più le ragioni del nostro sciopero. Il Ministro in conclusione ha proposto la convocazione di un tavolo di cui però non ha chiarito né il perimetro né il contenuto, dunque rimangono tutti i punti aperti della nostra vertenza sui settori pubblici”.

Alessandro Giuliani

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