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Stipendi ridotti dall’inflazione, arrivano i bonus una tantum per acquistare benzina e accedere al welfare: la Scuola rimane in attesa

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L’inflazione e il caro-vita stanno influendo sugli accordi e rinnovi contrattuali dei lavoratori. Nella scuola diversi sindacalisti (a partire da Gianna Fracassi e Ivana Barbacci, rispettivamente leader della Flc-Cgil e della Uil Scuola, ma anche di recente Marcello Pacifico, presidente Anief) hanno messo le mani avanti chiedendo risorse aggiuntive per tutelare i lavoratori della scuola. Perché docenti a Ata, hanno più volte sottolineato i rappresentanti dei lavoratori, risultano tra i meno pagati dell’amministrazione pubblica pur svolgendo una professione particolarmente impegnativa, dopo una formazione culturale non indifferente, con rischi penali dovuti alla responsabilità per la gestione degli alunni: i circa 160 euro medi di aumento in arrivo, si spera entro la fine dell’anno solare, di cui la metà già nei cedolini per l’anticipo assegnato attraverso l’indennità di vacanza contrattuale, andrebbero quindi integrati con somme aggiuntive specifiche per il settore particolarmente danneggiato dai lunghi blocchi contrattuali precedenti al 2018.

Un po’ tutti i dipendenti, pubblici e privati, risultano, comunque, fortemente penalizzati dal crescere dell’inflazione, che nell’ultimo biennio ha superato il 15%.

Per sopperire a questo problema si arriva a stipulare accordi anche particolari. Come quello raggiunto tra sindacati e dirigenti della Banca del Mezzogiorno (gruppo Mediocredito Centrale): lo scorso 31 ottobre era stato riconosciuto – a seguito della trattativa coi sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – un bonus di 200 euro da assegnare ad ogni dipendente del gruppo bancario sotto forma di buono carburante.

Adesso arriva un secondo bonus, sempre una tantum da 200 euro e sempre per rispondere ai bisogni connessi alla sfera personale e familiare.

La misura, ha spiegati la Fabi all’agenzia Ansa, verrà erogata il prossimo 9 agosto a titolo di welfare aziendale.

Il riconoscimento del bonus si attuerà attraverso una totale esenzione previdenziale e fiscale in caso di utilizzo della somma per una serie di finalità: scuola e istruzione, baby sitting, assistenza domiciliare, trasporto pubblico, Viaggi, tempo libero e benessere, cultura e formazione, pacchetti sanitari e servizi alla persona.

Le lavoratrici e i lavoratori potranno, in alternativa, versare l’importo di 200 euro o la parte non utilizzata a titolo di contribuzione aggiuntiva alla previdenza integrativa.

Secondo Carmine Iandolo, coordinatore Fabi nel gruppo Mediocredito Centrale, “si tratta di un buon accordo che avremmo perso con la nuova modifica di legge finanziaria 2024: è stato possibile grazie alla trattativa condotta per l’azienda da Stefano Ferettini con tutta la compagine sindacale unitaria”.