Prendere le somme del reddito di cittadinanza, del bonus merito dei docenti e dei 500 euro della carta docenti e riversarli tutti sulla scuola, andando così ad accrescere le buste paga dei docenti che sono le più basse della P.A.
È questa, forse, una delle soluzioni migliori per venire incontro alle esigenze degli insegnanti che sono i più sottopagati e che il loro lavoro non viene affatto più considerato dall’opinione pubblica. Alla scuola, infatti, non si riserva mai la giusta attenzione, ma si continua a considerarla come un ammortizzatore sociale.
La parola scuola vuol dire istruzione, formazione, apprendimento, successo formativo degli alunni e se parliamo proprio di successo formativo gli unici destinatari a garantirlo sono soltanto gli insegnanti, ossia coloro che quotidianamente sono a stretto contatto con gli alunni e, quindi, conoscono bene la loro storia e il loro percorso formativo.
Fare l’insegnante nella scuola di oggi, in una società complessa e multietnica è difficile; tuttavia il lavoro del docente è prezioso e va valorizzato economicamente e soprattutto sostenuto socialmente.
Se così non fosse allora bisogna ripartire dall’inizio perché la mission della scuola è sulla via del fallimento.
Mario Bocola