Nella scuola, invece di portare gli stipendi alle medie europee, oggi superiori del 30% quelle dei nostri docenti e Ata, raddoppiano i precari. A sottolinearlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, a ridosso della due-giorni (12 e 13 luglio) che dovrebbe portare Aran e sindacati alla sottoscrizione definitiva del contratto collettivo nazionale 2019/21, dopo il via libera della parte economica (ma non tutta) di fine 2022. Per la parte normativa vi sono ancora alcuni aspetti da chiarire e i due giorni di confronto si prospettano intensi, mentre per la parte economica i 100 euro medi dello scorso dicembre andranno integrati con altri 10-20 euro.
“La prossima settimana – dice Di Meglio – i sindacati della scuola chiuderanno il rinnovo del contratto 2019/2021 degli insegnanti ma l’aumento sarà in media di 110 euro lordi, ovvero 40/50 euro netti al mese”, ha detto il sindacalista nel corso di una conferenza stampa organizzata il 6 luglio.
“La differenza tra gli stipendi nella Pa e quelli dei docenti – ha spiegato il coordinatore del sindacato autonomo – è di 350 euro lordi al mese; un bidello prende nelle scuole il 20-30% in meno rispetto ad un suo collega che lavora in un ateneo”.
La Gilda degli insegnanti si è soffermata anche sul precariato scolastico in deciso aumento. Ad oggi i docenti supplenti annuali sono 224 mila mentre erano 123 mila nel 2017, “in 7 anni sono raddoppiati. E se è vero che partiranno i concorsi per 70 mila ci vorranno 2 anni prima che finiscano. Nel frattempo altri 35 mila docenti andranno in pensione”.
Pollice verso da parte della Gilda anche all’autonomia differenziata applicata all’Istruzione: l’iniziativa del Governo, particolarmente ‘sponsorizzata’ dalla Lega, sarebbe una soluzione “disastrosa per le scuole: aumenterà le differenze” ma anche l’autonomia scolastica, che secondo Di Meglio “è diventata autonomia del dirigente e dell’amministrazione”.
Inoltre, il sindacato reputa che “le scuole sono diventate troppo grandi, molte hanno 2 mila alunni e 200-300 docenti con collegi docenti, conseguentemente, troppo ricchi di persone”.
Il leader della Gilda degli insegnanti ha puntato il dito anche contro le procedure che si devono fare nelle scuole con i fondi del Pnrr: secondo Di Meglio si arriverà a nominare “dei commissari: la politica non ci riesce, finora si è portato a casa poco e niente”.
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