Crolla il potere d’acquisto negli ultimi 7 anni per quanto riguarda gli stipendi: 1000 euro in meno per effetto del blocco contrattuale tra il 2008 e il 2016 e del mancato recupero dell’inflazione nell’ultimo triennio per più di 3 milioni di dipendenti pubblici.
L’allarme viene da un rapporto della Fondazione Di Vittorio, think tank della Cgil, che mette a confronto gli stipendi medi dei lavoratori dipendenti italiani con quelle del passato e le paragona a quelle degli altri grandi Paesi europei
In Italia dal 2001 al 2017 c’è stata una sostanziale “stazionarietà” dei salari, mentre dal 2010 al 2017 si è verificata una perdita di 1.059 euro, circa il 3,5 per cento.
Stipendi, in Germania e in Francia va meglio
In Germania e in Francia le cose sono andate ben diversamente. Il lavoratore dipendente tedesco nel 2010 godeva già in media di una retribuzione lorda più alta di quello italiano, collocandosi a quota 35.621 e nel 2017 è salito di ben 3.825 euro quota 39.446 euro. Anche il lavoratore francese nel 2010 guadagnava di più del nostro – era a quota 35.724 – e nel 2017 porta a casa il 5,3 per cento in più collocandosi a 37.622 euro.
Stipendi, cosa succede nella scuola?
Così come più volte segnalato dalla Tecnica della Scuola, la situazione del personale scolastico è emblematica della tendenza.
In Germania – segnala Anief – un maestro della primaria tedesco appena assunto percepisce 46.984 euro di media, fino a superare i 62 mila euro prima di andare in pensione, mentre in Italia nessun docente supererà mai i 34 mila euro; alle scuole medie, il collega tedesco sfiora i 53 mila euro all’inizio e i 70 mila euro a fine carriera; alle superiori, infine, si vede assegnare 53 mila euro come primo stipendio da neo-assunto (20 mila più dei nostri) e 76.770 euro come stipendio massimo: quasi il doppio rispetto ad un docente delle superiori non va oltre ai 39 mila euro annui.
In Italia, alla primaria, dopo 35 anni di servizio si arriva a percepire, sempre nella scuola primaria, quasi 10mila euro in meno rispetto ai colleghi europei. Quelli della scuola secondaria di secondo grado non sono da meno, perché perdono circa 9mila euro all’anno; i docenti della secondaria di primo grado 8500 euro e quelli dell’infanzia più di 5mila euro.