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Stipendi scuola, gli aumenti passano da 100 a 124 euro al mese: decisivo il sì di Zangrillo a Valditara su sblocco 300 milioni–IL PUNTO

C’è l’immediato via libera della Funzione Pubblica allo sblocco dei 300 milioni di euro da destinare alle esigue risorse contrattuali per l’aumento delle retribuzioni del personale scolastico, come previsto dall’accordo sottoscritto con i sindacati del 10 novembre scorso: l’integrazione dell’Atto di indirizzo, sollecitato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, è arrivata con l’assenso del collega Paolo Zangrillo a capo della Pubblica amministrazione.

Zangrillo: docenti fondamentali

“Si tratta di un atto estremamente significativo, che tiene conto del ruolo fondamentale del sistema istruzione nel nostro Paese e della necessità di valorizzazione il personale scolastico, che svolge un ruolo essenziale nella crescita dei nostri giovani”, ha detto Zangrillo.

“Il lavoro congiunto con il ministero dell’Istruzione e delle Finanze ci ha permesso di rendere disponibili altri 300 milioni di euro per la valorizzazione del personale scolastico, circa un milione di addetti”.

In questo modo, è arrivato “un segnale importante per un comparto strategico per il futuro dell’Italia, la conferma di un impegno assunto con le parti sociali. Sono estremamente soddisfatto di questo ulteriore passo verso la cura del capitale umano della pubblica amministrazione”, ha concluso il ministro per la Funzione Pubblica.

Cosa cambia per i lavoratori

L’integrazione mette in campo soldi, stanziati dalla legge di bilancio 2022 sul Fondo per il cosiddetto Mof, utili per la contrattazione tra Aran e sindacati per il rinnovo del Contratto di lavoro del comparto Istruzione e Ricerca: i 300 milioni saranno infatti destinati all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola. E non all’incentivazione del merito, come inizialmente deciso.

Il risultato di questo provvedimento è che dopo aver conseguito, alla fine del 2023, lo sblocco degli arretrati (con punte di poco più di 2.000 euro lordi a dipendente), le nuove risorse porteranno l’aumento medio degli stipendi, già approvato a fine 2022, da 100 a 124 euro lordi medi al mese.

Valditara: non può esserci Merito senza Dignità

“Abbiamo portato a compimento l’impegno che avevamo assunto in sede politica e con il personale scolastico – ha commentato il ministro Giuseppe Valditara – perché la valorizzazione dei lavoratori della scuola è una delle nostre missioni e perché non può esserci Merito senza Dignità, che va salvaguardata anche tramite l’incremento delle risorse destinate a migliorare le retribuzioni in tutto il comparto scuola”.

“Questo risultato è il frutto di un rapporto sano fra il Governo e le Organizzazioni Sindacali, fondato su un confronto costruttivo e pragmatico: è questo che intendo come Grande Alleanza, la collaborazione fra istituzioni, parti sociali, lavoratori della scuola, studenti e famiglie”, ha concluso il titolare del dicastero di Viale Trastevere.

I sindacati: ecco dove andranno i 300 milioni

Ma cosa porterà il nuovo Atto di indirizzo? I sindacati maggiori (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals e Gilda) spiegano che questa procedura “demanda alla contrattazione anche alcune materie che, in prima applicazione e in attesa del rinnovo contrattuale, sono state regolate unilateralmente con decreto ministeriale: si tratta dei criteri e delle modalità di riparto delle risorse destinate al personale docente che garantisce la continuità didattica o che presta servizio in zone caratterizzate da disagio sociale (L. n. 79/2022) e, inoltre, di tutto il personale in servizio nelle istituzioni scolastiche statali situate nelle piccole isole (art. 1, comma 770, L. n. 234/2021)”.

Inoltre, “viene rimessa alla contrattazione collettiva la somma di 100 milioni di euro (art. 14 d.l. 176/2022) per l’erogazione di un compenso una tantum, per l’esercizio finanziario 2022, sulla componente fissa della retribuzione accessoria del personale docente e ATA (Rpd per i docenti e Cia per gli Ata)”.

Infine, si “sollecita a proseguire e completare la contrattazione con particolare riferimento a rilevanti tematiche come la riforma degli ordinamenti del personale ATA e di tutti i settori del comparto, la mobilità e la formazione del personale, la valorizzazione dei DSGA, il lavoro a distanza, le relazioni sindacali e la contrattazione di secondo livello”.

Anief: diamo il 10% ai Dsga

Il sesto sindacato rappresentativo, l’Anief, tiene a ricordare, però, che “soltanto quando dal ministero della Funzione Pubblica verrà trasmessa all’Aran l’integrazione dei 300 milioni di euro si avrà l’effettiva disponibilità delle risorse aggiuntive”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “certamente i 300 milioni di euro in più lordi per il 2023 a tutto il personale scolastico onorano l’impegno assunto dal ministro dell’Istruzione in carica le risorse che avevamo concordato a novembre rimettendo in contrattazione quei fondi. A questo punto, il nostro sindacato chiederà al tavolo dell’Aran di utilizzare il 10 per cento di quella somma, 30 milioni, per la valorizzazione dei Dsga. Sempre in attesa dei fondi per la valorizzazione di tutti i profili professionali del personale Ata. Per quanto riguarda l’intero personale del comparto scuola, invece, servono 8 miliardi: sono quelli che servono per pagare l’indennità di vacanza contrattuale piena, che copra fino al 15 per cento di aumento di inflazione, per il biennio 2022 e 2023”.

Naddeo (Aran): in arrivo diversi incontri con i sindacati

Intanto, anche dall’’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, giungono segnali di apertura a chiudere in fretta la complessa pratica dei rinnovi contrattuali: sia la “coda” dei 300 milioni appena accordati, sia la parte normativa ancora tutta da definire.

La parte pubblica ha intanto aggiornato il calendario di convocazioni per le confederazioni e le organizzazioni sindacali dell’istruzione, proprio a seguito della ricezione dell’atto di indirizzo integrativo firmato dai ministri Valditara e Zangrillo: la prima riunione è fissata al 23 marzo (ore 10.30), le successive al 27 (ore 15) e 30 marzo (ore 10).

Il via libera, ha detto Antonio Naddeo, presidente Aran, “permette di completare con ulteriori risorse aggiuntive la parte economica del Ccnl 2019-21 per il comparto Istruzione e Ricerca”. “L’obiettivo – ha spiegato Naddeo – è lavorare con i sindacati a ritmo serrato per arrivare nel più breve tempo possibile alla conclusione della negoziazione per il rinnovo del contratto che, ricordo, non riguarda solamente il mondo della scuola, ma anche l’articolato universo degli enti di ricerca, delle accademie e conservatori e delle università. L’auspicio che anche da parte dei sindacati ci sia la volontà di chiudere nel più breve tempo possibile”.

Qualche giorno fa, sempre Naddeo aveva detto che il via libera, poi arrivato, per l’atto di indirizzo integrativo per l’utilizzo dei 300 milioni, avrebbe permesso “di concludere l’accordo sia per la parte normativa sia per la parte economica ancora in trattativa”.

Alessandro Giuliani

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