Il corso di Laurea in Scienze della formazione primaria, finalizzato alla formazione culturale e professionale degli insegnanti della Scuola dell’infanzia e della Scuola primaria (abilitante in questi due ordini di scuola), rientra tra quei corsi di laurea magistrale ciclo unico che consentono di entrare nel mondo del lavoro con una remunerazione media netta, a 5 anni dal titolo, che si aggira attorno ai 1.404 euro, sotto i valori della laurea in giurisprudenza (1.619 euro al mese netti), in architettura e ingegneria civile (1.643 euro), in veterinaria (1.774 euro) e in area medico-farmaceutica (1.898 euro). Lo rivela l’ultimo rapporto Almalaurea, appena presentato ai media. Ne avevamo già parlato qualche giorno fa in relazione alla laurea in Scienze dell’educazione e della formazione.
Ma del resto lo sapevamo, il mestiere dell’insegnante in fatto di stipendi, non fa buone performance. E neanche il prossimo contratto lascia ben sperare.
Sempre in area educazione e formazione va anche peggio ai laureati magistrali biennali che si collocano in fondo alla classifica con 1.306 euro mensili, sotto ingegneria industriale e dell’informazione e sotto informatica e tecnologie ICT, rispettivamente a quota 1.893 e 1.851 euro mensili; e persino sotto le retribuzioni dei laureati in area psicologica e letterario-umanistica, a quota 1.331 e 1.399 euro al mese.
In questo secondo gruppo (lauree magistrali biennali), associamo l’ambito letterario-umanistico alla categoria degli insegnanti, dato che in prevalenza lo sbocco della facoltà di lettere è proprio l’insegnamento. L’area educazione e formazione include invece in gran parte educatori, operatori pedagogici, educatori sociali, animatori ludici, educatori in ambito giudiziario, tutor in contesti formativi, creatori di interventi di formazione professionale, operatori ai servizi per l’impiego, consulenti dell’orientamento.
Ma l’efficacia della laurea ha a che fare anche con il tasso di occupazione. Decisamente elevati i livelli di efficacia tra i laureati magistrali a ciclo unico, in particolare per quasi la totalità dei laureati del gruppo veterinario, ma anche di educazione e formazione e di quello medico e farmaceutico, dove oltre il 90,0% degli occupati valuta “molto efficace” o “efficace” il titolo magistrale a ciclo unico.
Tra i laureati magistrali biennali del 2016 intervistati a cinque anni dal titolo si registrano forti differenze tra i vari gruppi disciplinari. Il tasso di occupazione è superiore al 90% per i laureati dei gruppi in informatica e tecnologie ICT, ingegneria industriale e dell’informazione, architettura e ingegneria civile e quelli del gruppo economico. Sotto all’83,0% è il tasso di occupazione dei laureati nei gruppi di educazione e formazione, arte e design nonché letterario-umanistico.
Ricordiamo che Almalaurea è un Consorzio Interuniversitario fondato nel 1994 che rappresenta 80 Atenei (e circa il 90% di coloro che ogni anno si laureano in Italia). Il Consorzio, sostenuto dal contributo del Ministero dell’Università e della Ricerca e dagli Atenei, realizza ogni anno due Indagini censuarie sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo.
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