Lo stipendio medio di chi lavora nella scuola si conferma il più basso del comparto pubblico e perde altri 800 euro medi.
A rilevarlo è la Ragioneria generale dello Stato, attraverso il Conto annuale, dal quale emerge che le retribuzioni del personale della scuola erano in media nel 2017 pari a 29.280 euro, ma nel 2008 si sono ridotte a 28.440.
Dura la Flc Cgil: “La muta eloquenza dei numeri non ha bisogno di alcun commento e denuncia la grave responsabilità della politica che sottopaga la classe intellettuale che ha la responsabilità di formare le future generazioni. Un fatto indegno di un paese civile.
Il tempo è ormai scaduto. Il Governo crei le condizioni per aprire le trattative per il rinnovo di un Contratto nazionale di lavoro che ci avvicini all’Europa, abbandonando l’insano progetto della regionalizzazione del sistema di istruzione che porterebbe con sé la territorializzazione dei diritti e delle retribuzioni”.
Anche la Cisl Scuola lancia l’allarme: “Abbiamo da tempo segnalato – afferma Maddalena Gissi – che in un’emergenza retributiva generale del settore pubblico la situazione più grave riguarda i docenti. Sul dato che la Ragioneria rileva incide anche il fatto che vanno in pensione figure che hanno superato i 35 anni di servizio, mentre chi entra in ruolo comincia la sua attività professionale con una retribuzione più bassa, attorno ai 1300 – 1400 euro a seconda della qualifica, ma questo non giustifica certo una situazione intollerabile.
“Ci aspettiamo un segnale chiaro e immediato – conclude la segretaria generale della CISL Scuola – diversamente sarà difficile sostenere che non è arrivato il momento di scioperare per rendere più dignitose le nostre retribuzioni e accrescere il potere d’acquisto; di andare in questa direzione ce lo stanno chiedendo le lavoratrici e i lavoratori ed è un segnale che sta emergendo chiaramente anche negli attivi unitari in corso di svolgimento. Chiediamo che un fondo ad hoc per l’istruzione sia stabilito già a partire dal Def di imminente approvazione“.
Dello stesso avviso anche la Gilda degli Insegnanti: “I dati che emergono dal Conto annuale della Ragioneria dello Stato confermano il grido di allarme che abbiamo lanciato già mesi fa e imprimono ulteriore forza alla nostra mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto lo scorso dicembre, e per un aumento dignitoso degli stipendi”.
Per sollecitare il Governo a intervenire, la Gilda ha promosso una petizione online e in tutte le scuole d’Italia chiedendo la restituzione dello scatto ‘congelato’ e uno stanziamento adeguato di risorse economiche.
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