Sul rinnovo del contratto si è parlato tanto, di fatti concreti, però, se ne sono visti pochi: si rimane fermi all’intesa Funzione Pubblica–Sindacati del novembre scorso.
Intanto i mesi passano e lo stipendio dei dipendenti pubblici rimane sempre fermo. Con una cifra non certo entusiasmante stanziata dal Governo, che, al di là delle cifre roboanti complessive (circa un miliardo e mezzo di euro), porterà solo poche decine di euro di aumento a lavoratore. E forse nemmeno a tutti.
Sul tema, La Tecnica della Scuola ha sentito il parere di Francesco Sinopoli, da qualche mese alla guida della Flc-Cgil, uno dei sindacati meno propensi ad aver sottratto dal tavolo di contrattazione le indennità di cui beneficia il personale scolastico: una tesi, quella di contrattare pure il bonus sul merito annuale, che la Legge 107/15 lega ai criteri del comitato di valutazione e alla decisione ultima del dirigente scolastico, che tuttavia proprio in queste ore è stata stoppata dal giudice del Lavoro di Bari, che ha respinto il ricorso di alcuni sindacati del comparto Scuola.
Sinopoli, il personale aspetta da tempo buone nuove sul rinnovo del contratto: a che punto siamo?
Il rinnovo del contratto è strettamente intrecciato alla riforma del testo unico del pubblico impiego. Quella è la sede per ripristinare un rapporto più equilibrato e moderno tra legge e contratto.
Allora è questione di settimane, almeno a sentire le dichiarazioni del ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia: quali sono i punti su cui punterete nella trattativa finale?
Si deve tornare a negoziare sull’organizzazione del lavoro, sulla professionalità, sulla formazione.
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La Funzione Pubblica sostiene che gli adeguamenti stipendiali non verranno applicati a tutti i dipendenti: di sicuro andranno a chi prende importi più bassi e a chi merita. Quindi, parte dei lavoratori è destinata ancora a rimanere con lo stipendio fermo?
Nel protocollo del 30 novembre non c’è scritto questo. Bisogna prendere atto che nel nostro Paese esiste una gigantesca questione salariale. Certo chi guadagna di meno è più in difficoltà, ma il rinnovo e gli aumenti devono interessare tutti i dipendenti così come concordato a Palazzo Vidoni.
Quando pensate che i lavoratori della scuola potranno avere in busta paga l’aumento atteso dal 2009?
È troppo presto per fare questi conti. Mancano ancora diversi passaggi. Come avverrà, ad esempio, la ripartizione delle risorse tra i quattro comparti di contrattazione e le rispettive aree dirigenziali. Bisognerà confrontarsi con la novità sull’accorpamento dei comparti.
Se la linea è ancora da tracciare, cosa chiederete?
Per quanto ci riguarda, certamente chiederemo di ricondurre nell’alveo contrattuale tutte quelle risorse stabilite dalla Legge 107/15 (e non solo), ma elargite sotto forma di bonus.
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