Tutto come previsto: l’incontro svoltosi il 2 agosto presso la sede dell’Aran è stato puramente interlocutorio, la trattativa inizierà a settembre.
Lo rende noto la ministra Valeria Fedeli che così commenta: “L’avvio all’Aran degli incontri con i sindacati per il rinnovo dei contratti della PA, fra cui quelli relativi al nostro comparto Istruzione e Ricerca, è un’ottima notizia. Il Governo, come annunciato dalla Ministra Madia, confida di chiudere il rinnovo entro l’anno”.
“Con il Ministero dell’Economia e con la Funzione pubblica – aggiunge Fedeli – stiamo lavorando all’atto di indirizzo relativo al nostro comparto che sarà al centro delle trattative dei primi di settembre”.
Tutto il resto del comunicato fa parte della consueta, seppure legittima e comprensibile, “propaganda” politica: “Il rinnovo è uno strumento di qualificazione ulteriore del nostro sistema di istruzione scolastica e universitaria, del sistema della ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. Vogliamo agire rapidamente, dando il giusto riconoscimento professionale ed economico a chi opera nei nostri settori”.
D’altra parte in assenza di atto di indirizzo nessuna trattativa potrà essere avviata.
E non dimentichiamo che bisognerà attendere la legge di stabilità per avere certezza sulle risorse.
D’altronde, se si legge bene il comunicato, il messaggio della ministra è chiaro: “Madia confida di chiudere entro l’anno”.
Ma, nella lingua italiana, l’espressione “confida” non ha esattamente lo stesso significato di “è certa di” oppure “conta di”.
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