Il sistema scolastico britannico, nello scorso triennio, ha subito diversi traumi di natura organizzativa, deficitaria ed economica, legati sia alla penuria di fondi d’investimento diretto, sia alle serie difficoltà di organizzazione della didattica in epoca COVID-19, sia alla privatizzazione galoppante che interessa molto da vicino il settore educativo, in stretto ricatto. Le recenti proteste, che hanno congelato le lezioni frontali in alcuni distretti per periodi anche superiori alle tre settimane continuative, hanno portato l’esecutivo ed il Ministero dell’Istruzione britannico a varare dei provvedimenti urgenti in materia di welfare economico e remunerazione adeguata al corpo docenti e personale scolastico di supporto ed amministrativo. Le prime proposte economiche, da considerarsi da parte dei sindacati di meri e ridicoli arrotondamenti su quote divenute già insostenibili da percepire, sono state largamente rifiutate da tutte le leghe in protesta.
Il Ministero è giunto dunque ad una decisione drastica per metter fine agli scioperi: l’innalzamento, seppur lento e graduale, degli stipendi in relazione ad un’inflazione che ha polverizzato il potere d’acquisto del ceto medio di tutto il paese. Oltre ai cambiamenti a livello retributivo, il Ministero ha in mente un nuovo pacchetto di misure legate al welfare in classe, atto a contrastare fenomeni come la violenza, bullismo e dispersione scolastica.
In Inghilterra sono terminati gli scioperi relativi ai bassi stipendi degli insegnanti, dopo che tutti e quattro i sindacati in una disputa con il governo hanno accettato un aumento di remunerazione complessiva lora pari al 6,5%. I membri del NEU, il più grande sindacato degli insegnanti del Regno Unito, hanno votato in modo schiacciante per accettare l’offerta di pagamento. Anche i sindacati NASUWT e NAHT hanno accettato l’accordo ieri stesso, con ASCL che li ha anticipati all’inizio di luglio. Il segretario all’istruzione ha affermato che l’offerta accettata è “una buona notizia” per insegnanti, genitori e alunni, i quali possono tornare in classe senza interruzioni di servizio. E il primo ministro Rishi Sunak, scrivendo su Twitter, ha dichiarato: “Questo è un grande momento”. Mary Bousted, segretario generale congiunto della NEU, ha affermato che l’accordo significa che lo stipendio medio dell’insegnante aumenterà di 2.500 sterline annue. “Non è tutto ciò che volevamo, e continueremo a fare campagne per un migliore finanziamento scolastico e per il ripristino della paga degli insegnanti, ma per un premio di un anno di paga, è un risultato significativo“, ha detto ai microfoni della BBC durante una conferenza stampa dedicata al risultato raggiunto. Entrambe le parti nella controversia hanno affermato che l’offerta di retribuzione è stata “adeguatamente finanziata” e non proverrà dai bilanci scolastici esistenti, già in notevole crisi.
La NAHT, la NASUWT e la NEU hanno annunciato che i loro membri avevano votato a favore di quegli scioperi, ma che nessuna azione coordinata avrebbe avuto luogo a seguito dell’approvazione separata, per lega, del nuovo trattamento economico in vigore da settembre prossimo. Tuttavia, i sindacati si sono anche detti non pienamente soddisfatti dell’offerta accettata. I segretari generali congiunti Bousted e Kevin Courtney hanno affermato che la campagna del NEU per una migliore retribuzione e maggiori finanziamenti per le scuole “non si conclude qui”. Paul Whiteman del NAHT si è anche impegnato a continuare a negoziare con il governo su questioni relative al carico di lavoro e al benessere dei docenti. Il segretario generale della NASUWT, Patrick Roach, ha reso noto ufficialmente che i membri non ritengono che l’offerta sia “un risarcimento sufficiente per l’impatto di oltre un decennio di tagli salariali in termini reali”. La NASUWT si è assicurata un mandato in termini di sciopero per azioni di sciopero sulla retribuzione, sul carico di lavoro e sull’orario di lavoro, anche se prima che fosse presentata l’ultima offerta di retribuzione governativa. Roach ha affermato che gli scioperi “non sono stati esclusi” sul calcolo delle ore di lavoro attuale e futuro. Non sono stati annunciati scioperi per il momento, ma non è affatto confermato che il personale docente si organizzi per delle dimostrazioni congiunte con i sindacati in autunno.
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