I dubbi espressi dalla Tecnica della Scuola, in particolare da Francesco Sciandrone (Uil Scuola), erano leciti: il personale del comparto scolastico, come quello di tutta la pubblica amministrazione, avrà i vantaggi economici attesi a partire dalla busta paga di agosto e solo parzialmente da luglio. Per i dipendenti dei ministeri, delle agenzie e delle authority, e della scuola, è previsto infatti il taglio del cuneo fiscale: il beneficio arriverà nello stipendio di agosto, quindi con un mese di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, e andrà avanti fino a gennaio 2024 (inizialmente il termine doveva essere dicembre 2023).
I soldi in più arriveranno, come sempre, all’interno della busta paga e attraverso la piattaforma del ministero dell’Economia NoiPa.
Solo per i dipendenti della scuola – docenti, personale Ata e dirigenti scolastici – gli aumenti anti-inflazione indicati nella legge di Bilancio (l’una tantum che copre il periodo in attesa dei rinnovi 2022-2024 e probabilmente pure gli arretrati previsti dall’inizio dell’anno) arriveranno con lo stipendio di luglio.
Si tratta dello sblocco degli aumenti previsti dall’ultima Legge di Bilancio in chiave anti-inflazione, di fatto come anticipazione dei benefici previsti per il contratto 2022-24: è, in pratica, l’applicazione della cosiddetta indennità di vacanza contrattuale, pari all’1,5% del tasso di inflazione programmata dell’ultimo periodo.
Poiché questo incremento sarebbe dovuto scattare a gennaio 2022, sono previsti anche alcuni mesi di arretrati: in media, si tratta di 185 euro medi di arretrati.
“La decontribuzione, come per le precedenti riduzioni del cuneo fiscale – ha spiegato il dicastero del Mef guidato da Giancarlo Giorgetti – verrà corrisposta da NoiPa sul cedolino del mese successivo rispetto a quello in cui viene riconosciuto il beneficio. Pertanto, il pagamento riferito alla mensilità di luglio verrà erogato con il cedolino di agosto”.
“Lo stesso meccanismo – ha continuato il ministro – sarà applicato anche per i mesi successivi fino alla mensilità di dicembre 2023 che sarà erogata a gennaio 2024″.
La riduzione del carico fiscale, introdotta in fase di conversione del Dl Lavoro approvato lo scorso luglio, prevede che per il semestre luglio-dicembre 2023 il taglio del cuneo già previsto salga dal 3% al 7% per 335mila dipendenti con una retribuzione lorda mensile inferiore a 1.923 euro (25.000 euro annue); mentre passerà dal 2% al 6% per altri 860 mila che guadagnano meno di 2.692 euro lorde mensili (35.000 euro annue).
I dirigenti pubblici, invece, avranno aumenti più importanti: prenderanno 534 euro ad agosto e poi, in ciascun mese, tra i 52 e i 66 euro.
Per i funzionari gli incrementi sono compresi tra 29 e 44 euro. Mentre per gli assistenti gli aumenti partono da 24 euro e arrivano fino a 31 euro.
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