Politica scolastica

Stop a chiamata diretta: vittoria sindacale o del Governo?

Con la cancellazione della chiamata diretta, disposta con l’accordo siglato il 26 giugno presso il Ministero, i sindacati segnano certamente un punto a proprio favore, ma forse il Governo ne segna due.
Per le organizzazioni sindacali, l’accordo rappresenta indubbiamente una vittoria importante dal momento che è da almeno tre anni che la “battaglia”  sulla chiamata diretta va avanti.

Ad onor del vero…

Ma, ad onor del vero, già lo scorso anno la chiamata diretta (o “per competenze”, come ad un certo punto era stata ribattezzata) aveva perso gran parte dello smalto iniziale poichè gli stessi dirigenti scolastici avevano preferito rinunciare lasciando che fossero gli Uffici regionali ad assegnare i docenti alle scuole.
Secondo stime attendibili, sembra che l’anno scorso la procedura avesse retto in meno della metà delle scuole italiane.
Come abbiamo scritto in apertura, ci sembrà però che, complessivamente, la vicenda segni una vittoria più del Ministero che dei sindacati.
Grazie a questo accordo, infatti, il ministro Marco Bussetti apre il proprio mandato con una operazione che gli consente fin da subito di ottenere credito e consenso da parte dei sindacati e del mondo della scuola.
E, si badi bene, si tratta di una operazione a costo zero perché non prevede assolutamente nessun esborso da parte dello Stato.

Consensi destinati ad aumentare

Credito e consenso destinanti ad aumentare, non appena sarà chiaro che anche il bonus premiale verrà cancellato. Se poi il Ministro dovesse riuscire anche a modificare il meccanismo della alternanza scuola lavoro, l’operazione potrebbe dirsi perfettamente riuscita: cancellate in poche settimane alcune delle “novità” più emblematiche della legge 107, senza stravolgimenti normativi e senza spendere neppure un euro.

A quel punto il Ministro potrebbe tranquillamente vivere di rendita per qualche mese e accantonare il tema dei diplomati magistrale che, per essere affrontato e risolto, richiede invece risorse economiche significative.

E c’è di più: grazie a questo clima favorevole il Ministero potrebbe persino riuscire a far dimenticare a tutti (sindacati, docenti e Ata) che in mancanza di “soldi freschi” a gennaio gli stipendi del personale diminuiranno perchè cesserà di essere erogato il cosiddetto “elemento perequativo”.

Risultato: 2 a 1 per il Governo

Ecco perchè, a nostro parere, la vittoria sindacale di queste ore è solo apparente, in quanto la cancellazione della chiamata diretta potrebbe servire solamente a nascondere l’impossibilità di affrontare e risolvere problemi altrettanto seri, se non di più.
I sindacati hanno certamente segnato un gol importante, ma a noi sembra che il Governo ne abbia messi a segno almeno due.

Reginaldo Palermo

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