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Stop ai genitori a scuola, Paolo Crepet: “Gli studenti devono cavarsela da soli con i prof”

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March 15, 2025

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Negli ultimi anni la cronaca ha visto un aumento di episodi di violenza tra minori. In un’intervista alla Gazzetta di Reggio, lo psichiatra Paolo Crepet non ha dubbi: “Ragazzini sempre più violenti? No, il problema è che servono regole. C’è bisogno di scelte coraggiose anche nella città di Reggio Children”.

Crepet insiste sul fatto che l’educazione debba avere continuità e coerenza. “Reggio Children non è solo una vetrina pedagogica, ma un modello educativo. Se ha inventato un nuovo modo di educare, com’è possibile trovarsi davanti a pre-adolescenti fuori controllo? C’è stato uno scollamento tra l’educazione dell’infanzia e quella degli adolescenti“. Secondo lui, i ragazzi ricevono un’ottima formazione nei primi anni di vita, ma man mano che crescono il sistema non riesce a mantenerli sulla giusta strada. “La cinghia di trasmissione si è rotta, ed è crollata la catena della bicicletta nell’assoluta indifferenza di molti genitori”.

Un punto cruciale nel suo discorso riguarda l’uso precoce della tecnologia e dei social network. “Io sono per proibirli fino ai 16 anni. Punto e basta. Anche il cellulare lo darei a 16 anni, come avviene in Svezia, Inghilterra e Australia. Cercare di controllare i figli a distanza genera solo ansia”, spiega. Per Crepet, la dipendenza da smartphone e social ha effetti devastanti: “Sono macchine infernali, che tirano fuori la cattiveria, l’indifferenza verso il prossimo e la volontà di visibilità. Woody Allen diceva che si fa qualsiasi cosa per 5 minuti di celebrità, ora siamo arrivati a 5 secondi”.

Anche l’educazione sentimentale sta cambiando, con un eccesso di legalizzazione dei rapporti tra adolescenti. “Troppi avvocati, troppi psicologi. Se un ragazzo ti dà una carezza non è una molestia, altrimenti si riempiono solo le aule di tribunale”. Tuttavia, denuncia la necessità di riportare ordine e disciplina. “Senza regole non si va da nessuna parte. Se rubi il giubbotto di un altro prima lo restituisci, poi ci dev’essere una conseguenza. Questo mondo ‘liquido’ dove non si dice di no a nulla fa danni enormi”.

Lo psichiatra propone soluzioni concrete per contrastare il declino dell’autorevolezza scolastica e familiare. “Intanto metterei la maggiore età a 16 anni, perché questo responsabilizza. A scuola non devono entrare i genitori: è proibito, ci abbiamo provato, non aiuta. A scuola lo studente se la cava da solo con il prof, com’è sempre stato”. Per lui, gli istituti scolastici dovrebbero vietare l’uso di dispositivi elettronici personali, limitandoli solo alle aule informatiche. “L’intelligenza artificiale è un’incognita enorme. Tra un anno rischiamo di non sapere se il compito di maturità l’ha fatto il ragazzo o una chat”, aggiunge.