Si parla ancora di mezzi voti a scuola. A volerli abolire, stavolta, è una nuova dirigente scolastica padovana, che sta valutando l’ipotesi che i docenti della storica scuola giudichino gli studenti, nelle singole interrogazioni o prove scritte, solo con voti interi. Lo riporta Il Corriere delle Alpi.
Necessaria più trasparenza per gli studenti?
“Lo studente ha diritto per legge ad una valutazione trasparente come aiuto a riconoscere i propri punti di forza e/o di debolezza per migliorare il rendimento”, afferma la dirigente, “Perché continuare a fare ricorso a questa notazione ipertrofica di segni meno, più, meno meno, da 6 a 7, etc, quando i docenti hanno già a loro disposizione la scala numerica da 1 a 10 e non c’è assolutamente bisogno d’impaludarsi in frazioni indefinite? Anche perché, in sede di scrutinio, c’è l’obbligo di giudicare lo studente solo con un numero intero. Nello stesso tempo, se proprio il docente vuole valutare lo studente con un segno aggiuntivo nelle singole prove, sarebbe opportuno che spiegasse il perché già prima dell’interrogazione o del compito scritto. Ci sarebbe, poi, anche da discutere sull’abitudine di alcuni professori di affidare i mezzi voti ad un programmatore elettronico per calcolare i decimali residui. Tengo a precisare che il dibattito sui voti interi è tutto aperto. È all’ordine del giorno nel prossimo Collegio dei Docenti e decideremo in tutta tranquillità”.
Altri dirigenti scolastici non sono d’accordo
“Sono favorevole ai mezzi voti con più e meno perché danno maggiori indicazioni ai docenti, agli studenti ed ai genitori”, dice un docente. “Il mezzo voto indica meglio la situazione dello studente e può essere uno stimolo per farlo studiare di più. Comunque dovrebbero essere i docenti all’interno del proprio collegio a dare, ogni anno, un’indicazione sulla valutazione da adottare dall’inizio sino alla fine dell’anno scolastico”.
Più sfumata la posizione di un preside: “La preside fa bene a lanciare un dibattito nelle scuole medie superiori su un argomento così importante come questo sulla valutazione. Nel sistema scolastico italiano vige, da decenni, il concetto di autonomia e, quindi, ci possono essere benissimo differenziazioni anche su questo tema da scuola a scuola”.