Al liceo Carducci di Milano il dirigente scolastico, Andrea Di Mario, sta portando avanti un progetto che vuole mettere in discussione il modus operandi finora applicato nella scuola. Sono molte le innovazioni volute dal preside, così come riporta Il Corriere della Sera, proposte ai suoi circa 100 docenti in un’integrazione all’Atto di indirizzo per l’elaborazione del Piano triennale dell’offerta formativa 2022-25. Il documento nasce da un lavoro di analisi fatto dal preside con il gruppo di autovalutazione della scuola. Il collegio dovrà ora elaborare un “piano di miglioramento” per metterlo in pratica.
Innanzitutto, una novità riguarda il metodo di valutazione. Secondo il dirigente si dovrebbe eliminare il mezzo voto e introdurre, una volta l’anno, per ogni materia, un compito in classe elaborato e valutato da un team di insegnanti, “perché è ingiusto che il 6 con Tizio valga l’8 con Caio”.
L’idea del dirigente è anche quella di modificare gli insegnamenti del quinto anno, integrandoli e facendo sì che trattino solo ed esclusivamente il Novecento, in maniera approfondita. “Non è pensabile che a ottobre del quinto anno si stia ancora studiando Manzoni o Foscolo. L’ultimo anno va dedicato interamente al Novecento, alle radici del mondo contemporaneo. La scuola italiana è legata alla storia, si fa storia della letteratura più che letteratura, si procede cronologicamente come l’indice dei libri. E i licei, in questo senso, sono più indietro degli itis e dei professionali, più abituati a problematizzare le materie, a portarle nel contemporaneo”, ha detto il ds.
Questa proposta è stata notata da una giornalista, Valentina Furlanetto, che si è detta entusiasta su Twitter lodando il dirigente e generando un forte dibattito. C’è chi le dà ragione e chi invece considera la storia recente cronaca più che storia, o che si dovrebbe intervenire, più che altro, sul potenziamento delle ore della disciplina.
Una didattica concreta, quella che si vuole applicare, caratterizzata da una graduale diminuzione delle lezioni frontali sostituite da attività di laboratorio, ricerca, rielaborazione, dibattito. Il preside crede che bisognerebbe anche insegnare ai liceali il mondo dei meccanismi finanziari e monetari, per renderli capaci di gestire la contribuzione pubblica, sbrigare pratiche legate a immobili, beni, servizi.
Oltre a queste, si sta riflettendo sull’attuazione di altre proposte, come l’anticipazione delle gite ai primi giorni dell’anno scolastico per costruire il gruppo, all’inserimento nell’insegnamento della matematica di compiti di realtà, o nell’inglese dello studio di microlingue scientifiche e professionali. E poi la riduzione dell’unità oraria al fine di ricavare minuti preziosi che, sommati, possano diventare ore in coda alla mattinata.
“Molto di ciò che viene enunciato al Carducci c’è già, solo che non è proposto in maniera strutturale. Magari viene attuato da alcuni consigli di classe e da altri no. Con questo atto si valorizza la professionalità e lo spirito di ricerca dei miei insegnanti: ne abbiamo un gruppo straordinario e che è la maggioranza. Senza questi docenti io non potrei fare nulla. Il loro lavoro si vede nei numerosissimi progetti che attuiamo ogni anno. E i risultati li vediamo anche nelle richieste di trasferimento da altri licei al Carducci: quest’anno ne ho 89, e solo 15 richieste in uscita”, ha commentato il dirigente scolastico.
Ecco un esempio di innovazione già messa in pratica: “Una docente di greco ha proposto un compito in classe a gruppi, coi ragazzi divisi la prima volta in team omogenei e la seconda invece a livelli: i bravi tutti insieme, idem i medi e i meno brillanti. I risultati migliori sono venuti da questi ultimi che, in gruppo, hanno affrontato decisamente meglio la prova”.
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