I lettori ci scrivono

Stop al precariato dei docenti

Questi sono giorni bollenti per moltissimi docenti precari della scuola, in attesa di capire quale sarà il loro destino. Martedì 12 maggio ci sarà una discussione in Parlamento sugli emendamenti presentati, molti dei quali atti alla stabilizzazione dei docenti precari attraverso un concorso per soli titoli e servizio, così come richiesto dalla maggior parte degli insegnanti.

I suddetti dovranno essere poi votati,molti precari sperano che gli esponenti di maggioranza e di minoranza mantengano le promesse fatte, si giocherà a carte scoperte e finalmente noi precari capiremo chi sarà con i noi e chi contro di noi.

Risulta impraticabile l’idea di espletare in tempi brevi i concorsi ordinari banditi, per i motivi evidenziati più volte, vivendo in un periodo pandemico dove vige l’obbligo di uso di mascherine e di guanti, distanziamento sociale di almeno due metri, dove gli assembramenti sono assolutamente vietati fino a quando non si troverà un vaccino.

Che senso ha pubblicare bandi che non si sa quando potranno essere espletati?Tali bandi, come più volte denunciato,non sanciscono davvero il merito di un insegnante.
Cos’è il merito, imparare dei concetti nozionistici a memoria?noi riteniamo che il merito sia svolgere nei migliori dei modi il nostro lavoro, formarci continuamente con corsi di formazione e dimostrare sul campo le nostre competenze.

Abbiamo dimostrato le nostre capacità anche in questo periodo così bizzarro con la famosa “dad”, dimostrando ancora una volta di essere all’altezza della situazione.

Molti politici di maggioranza e di minoranza stanno dimostrando solidarietà nei confronti dei precari storici, attraverso post pubblicati sui loro social, live in videoconferenza e articoli rilasciati a vare testate giornalistiche.
In questi giorni abbiamo udito da vari esponenti politici discorsi encomiabili in Parlamento, molti dei quali hanno anche presentato degli emendamenti atti alla stabilizzazione dei docenti precari della secondaria con 36 mesi di servizio, come sancisce la sentenza Mascolo del 1999 (tale sentenza stabilisce che non si possono reiterare i contratti a termine dopo i 36 mesi di lavoro).

Quello che ci lascia alquanto basite sono le disparità di trattamento che gli stessi, stanno facendo nei confronti di noi docenti precari della scuola d’infanzia e della scuola primaria, non veniamo mai menzionati né nei loro discorsi né nei loro emendamenti, eppure esistiamo anche noi.

Molti onorevoli forse sono convinti che la nostra annosa questione sia stata risolta con il concorso straordinario del 2018? nulla di più sbagliato, il quale di fatto non ha risolto un bel nulla, anzi ha creato ulteriori discriminazioni tra colleghi detentori dello stesso titolo, questa è stata in realtà una pseudo soluzione solo per pochi poiché molti di noi siamo rimasti fuori chi per pochi mesi e chi perché possedeva servizio esclusivo nella scuola paritaria.

Noi siamo dei docenti abilitati rispetto ai colleghi di terza fascia, troviamo giusto che i colleghi della secondaria siano stabilizzati,a maggior ragione dovremmo esserlo anche noi.
Oggi molte maestre detengono i famosi 36 mesi di servizio.Se la legge è uguale per tutti, anche i principi atti alla stabilizzazione devono esserlo, non esistono docenti precari di serie A e docenti precari di serie B.

Un’altra cosa che vorremmo sottolineare, che la stabilizzazione deve essere un diritto e non un terno a lotto, quindi non deve più vigere la regola “adesso e ora” ma bisogna pensare ad un sistema che permetta di pensare a lungo raggio, anche per chi ad oggi, non ha ancora maturato i 36 mesi di servizio, dando la possibilità di essere assunti in futuro dalle graduatorie della seconda e dalla terza fascia d’istituto, una volta maturati l’anzianità di servizio,così come ha sancito la Corte di giustizia sul precariato pubblico.

Cari politici, agite una volta nella vostra vita con il cuore e con il buon senso, questo di sicuro vi ripagherà in futuro della nostra riconoscenza.

Gruppo Facebook “Stabilizzazione docenti precari dell’infanzia e della primaria“

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