In questo periodo il dibattito su valutazione formativa e valutazione sommativa è vivo più che mai.
Molte associazioni professionali, fra le quali MCE, CIDI, AIMC e Legambiente, chiedono che quest’anno si possa evitare l’uso del voto numerico negli scrutini di fine anno.
La ex ministra Mariastella Gelmini afferma però: “Equiparare il primo all’ultimo della classe non è un’operazione di buon senso“.
Il problema sta assumendo valenza politica perchè nel passaggio del decreto scuola al Senato sarà esaminato l’emendamento della senatrice PD Vanni Iori che riguarda proprio questo aspetto.
“Molti bambini – osserva la senatrice Iori da noi contattata – non hanno potuto seguire adeguatamente le lezioni on line e quindi non ci sembra davvero opportuno quantificare numericamente gli esiti di verifiche e compiti che magari non ci sono neppure stati. Senza considerare che la situazione sul territorio nazionale è molto eterogenea e variegata”.
“Vorrei anche precisare – aggiunge Iori – che la nostra proposta vale per questa fase di emergenza, il problema della valutazione è molto serio e va affrontato con competenza e senza improvvisazioni. E proprio perché lo considero un tema serio e delicato credo che sia necessario trovare una soluzione ragionevole per affrontare con un po’ di buon senso questa fine di anno scolastico almeno nella scuola primaria”.
La proposta della senatrice Iori prevede che la valutazione finale degli alunni della primaria sia espressa con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione.
Il voto sull’emendamento potrebbe arrivare giovedì quando la Commissione Cultura del Senato dovrà esprimersi su altre 400 proposte di modifica.
Molti (e per la verità la stessa senatrice Vanna Iori) si augurano che l’attenzione sul problema della valutazione nella scuola del primo ciclo continui anche ad emergenza conclusa, per parte loro le associazioni che hanno sottoscritto il documento si prefiggono proprio l’obiettivo di una revisione significativa delle norme in vigore contenute nel decreto legislativo 62 del 2017.
Ricerche tradotte successivamente in pratica didattica da grandi maestri e pedagogisti come Mario Lodi e Bruno Ciari il cui insegnamento è ancora oggi vivo e attuale.
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