“Abolizione dell’ora di religione per elementari e medie”, niente più crocefisso in classe e finanziamenti alle scuole non statali: lo chiede ‘Possibile’, la formazione politica di Pippo Civati e Beatrice Brignone tornata in campo per le elezioni politiche del 25 settembre con Sinistra Italiana e Verdi.
Alla base della presa di posizione di ‘Possibile’ c’è l’obiettivo di raggiungere una “scuola pubblica laica”.
Assieme ad altri obiettivi – come l’inclusione e l’educazione alla diversità e verso i principi di uguaglianza, solidarietà e pari opportunità da garantire in egual misura. l’aumento del salari dei docenti e la diminuzione del numero degli alunni per classe – Civati e Brignone si soffermano sul fatto che “l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche è impartito da docenti scelti dalle curie e pagati dallo Stato italiano”.
Sono loro, dicono, gli artefici di “un insegnamento improntato a una logica confessionale che andrebbe eliminato nelle scuole del primo ciclo, mentre in quelle secondarie di secondo grado dovrebbe essere sostituito da un insegnamento non confessionale obbligatorio del fenomeno religioso, declinato nei suoi aspetti storici, sociologici e antropologici, sostenuto da docenti regolarmente selezionati tramite procedure pubbliche”.
Inoltre, ritengono che debba essere fornita sempre la possibilità di garantire “il diritto di rifiutare l’insegnamento della religione”.
‘Possibile’ punta anche il dito sul crocifisso in classe. “Per una piena realizzazione del principio costituzionale della laicità – scrivono – si dovrebbe anche abolire la normativa che prevede l’esposizione di un simbolo confessionale come il crocifisso nei locali delle scuole pubbliche”.
Su questo punto, ricordiamo l’ultima sentenza delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione che esprimendosi sul ricorso di un docente ternano, a proposito dell’esposizione del Crocefisso in classe ha detto che può legittimamente essere esposto “allorquando la comunità scolastica valuti e decida in autonomia di esporlo, nel rispetto e nella salvaguardia delle convinzioni di tutti, affiancando al crocifisso, in caso di richiesta, gli altri simboli delle fedi religiose presenti all’interno della stessa comunità scolastica”.
Infine, Civati e Brignone ritengono che si debba “applicare con rigore l’art. 33 della Costituzione”, nella parte in cui sostiene che alle scuole “private – oggi surrettiziamente definite “pubbliche paritarie” – debba essere accordato alcun “finanziamento pubblico, né in forma diretta da parte dello Stato, delle Regioni o dei Comuni, né sotto forma di sovvenzioni concesse alle famiglie in nome della cosiddetta libertà di scelta educativa”.
Secondo Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir, quello espresso da ‘Possibile’ sull’abolizione della religione fino alla prima media compresa, è un tema che poggia su “giustificazioni perlopiù fallaci”.
“Chi ha stilato il programma di Possibile – sostiene il sindacalista – probabilmente non frequenta le scuole italiane da almeno un trentennio, poiché la didattica dell’IRC è ai giorni nostri davvero lontana da qualsiasi identità di natura “confessionale”, come erroneamente si continua ad affermare. È invece più vicina di quanto si pensi a un insegnamento di natura antropologico-culturale mirato alla formazione integrale della persona, e riconosciuta nel quadro delle finalità della scuola e dei curricula istituzionali del sistema educativo italiano”.
“Per chi non lo sapesse – continua Ruscica – , i programmi didattici dell’Irc hanno un’impostazione didattica assimilabile a quella delle discipline umanistiche, con elementi sommamente culturali e a carattere storico, sociologico e antropologico, che rendono l’insegnamento interdisciplinare, trasversale e soprattutto laico. Anche i principi del cattolicesimo sono pensati e guardati in un’ottica storico-culturale, in quanto hanno storicamente influenzato arte, costumi, cultura e vita politica del nostro paese e di moltissimi altri”.
Il leader dello Snadir ricorda anche che, in effetti, l’insegnamento della religione già è “sempre facoltativo”, considerando che oltre un milione di alunni già oggi non si avvalgono dell’insegnamento.
Inoltre, questo è “impartito da insegnanti in possesso di titoli accademici di livello universitario e regolarmente assunti dallo Stato a seguito di doppia verifica ecclesiastica e statale”.
“Quello che l’ora di religione si propone di essere all’interno della scuola italiana è uno spazio di formazione culturale indispensabile per cogliere aspetti fondamentali della vita e delle tradizioni del nostro Paese e della nostra società. Capiamo la foga della corsa elettorale e tutte le sue dinamiche, ma a voler semplificare, proponendo un’idea di laicità in contrasto con quella proposta nella nostra Costituzione, si perde sempre qualcosa”, conclude Ruscica.
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