Nella pratica didattica durante una lezione l’insegnante tiene sotto controllo, tra gli altri, questi tre aspetti:
1) il contenuto disciplinare da insegnare;
2) il metodo da utilizzare;
3) si accerta che la classe stia comprendendo la spiegazione.
In caso negativo del punto 3 sarebbe un errore continuare nella spiegazione cercando di chiarire ulteriormente il contenuto con la stessa strategia. Si rischia di rendere sempre più ostico ciò che si vorrebbe definire.
Vediamo, invece, come si potrebbe ovviare a questo inconveniente la cui comparsa è determinata da svariati fattori.
Come primo passo è richiesta una riflessione “hic et nunc” da parte dell’insegnante sul setting e sulle dinamiche poste in essere. Ma questo step, ovviamente, richiede necessariamente la momentanea interruzione della spiegazione per intraprendere altre strategie.
Quindi si interviene sul contenuto, diminuendone provvisoriamente la complessità e la difficoltà, in maniera da spianare l’approccio iniziale alla comprensione; quindi si ripercorre l’iter verso la reale difficoltà intrinseca nell’argomento che si sta trattando.
Si interviene sul metodo utilizzando dei percorsi differenti. Ad esempio ampliando i canali comunicativi mediante l’uso di immagini e video maggiormente esplicativi. Si può far ricorso al peer teaching (tra di loro si comprendono bene), o altra strategia tra pari. Senz’altro utile potrebbe rivelarsi la promozione negli alunni di riflessioni circa le difficoltà incontrate. Sarebbe sicuramente proficuo il ricorso al metodo induttivo se in precedenza si fosse adoperato quello deduttivo.
L’errore peggiore, in ogni modo, consisterebbe nel continuare ad utilizzare la stessa spiegazione con la medesima strategia e l’identico grado di difficoltà e complessità.
Carlo Salvitti
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