Alunni

Stop classi pollaio negli istituti particolarmente svantaggiati

Come abbiamo già anticipato, i sindacati già settimane fa avevano incontrato il ministero per un confronto sul tema delle classi pollaio. In quell’occasione l’Amministrazione aveva illustrato il decreto interministeriale che, d’intesa con il MEF, riporta gli indicatori di status socio-economico e di dispersione scolastica utilizzati per individuare le scuole che potranno formare classi al di sotto dei limiti previsti dal DPR 81/2009. Un tentativo di arginare il fenomeno delle classi pollaio.

Nella giornata del 28 aprile in un secondo incontro il MI ha fatto ulteriore chiarezza.

NOTA ORGANICI

DECRETO INTERMINISTERIALE

Classi in deroga

In quali casi scatta l’autorizzazione delle classi in deroga (rispetto ai parametri previsti dal DPR 81/2009) ovvero la possibilità di comporre le classi con un numero di alunni inferiore alle attuali disposizioni di legge?

L’idea del ministero è di adoperare gli indici INVALSI come rilevatori delle fragilità dei sistemi scolastici nei territori del nostro Paese. Saranno, insomma, gli indici di status di svantaggio o di rischio dispersione, sulla base degli esiti delle prove, a indicare le classi che potranno avere un numero di alunni più basso dello standard.

Naturalmente, per questioni finanziarie il ministero stabilirà una quota massima di classi aggiuntive istituibili dagli USR e, di conseguenza, il contingente di posti-docente da destinarvi. In altre parole, laddove si riducesse il numero di alunni per classe, dovrebbe aumentare il numero di classi istituite sul territorio, con relativo organico docenti. In ogni caso si tratterà di un’operazione a invarianza di spesa, che attingerà ai pensionamenti.

Secondo quanto riferisce il sindacato Flc Cgil, Roberto Ricci, presidente dell’INVALSI, avrebbe chiarito che le scuole verranno “catalogate” sulla base delle condizioni socio-economiche-culturali e di dispersione, distinguendo tra scuola primaria, dove non c’è un vero problema oggettivo e quantificabile di abbandono scolastico (e dunque si ragionerà sulla dispersione implicita) e scuola secondaria.

Le difficoltà negli apprendimenti degli alunni sul totale delle presenze indicheranno gli istituti particolarmente disagiati.


Carla Virzì

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