Reintrodurre la traccia storica all’esame di maturità e spiegare la disciplina storica avvalendosi dei documenti audiovisivi: a chiederlo è Aldo Grasso, critico televisivo, editorialista, direttore scientifico di Certa (Centro di Ricerca sulla Televisione e l’Audiovisivo) e curatore del convegno ‘La Storia pubblica. Memoria, fonti audiovisive e archivi digitali’, organizzato il 27 marzo da Intesa Sanpaolo nelle Gallerie d’Italia di Milano.
“Bisogna lavorare e cercare di spiegare al ministro dell’Istruzione – ha detto Grasso – che togliere la storia dall’esame di maturità solo perché gli studenti negli ultimi anni non hanno scelto la traccia storica è veramente una scelta un po’ infantile”.
Ma è tutto “il corso di storia nel percorso scolastico”, ha aggiunto l’esperto di mass-media, che “andrebbe ripensato: andrebbe reso più vivo e bisognerebbe utilizzare con i ragazzi anche i mezzi audiovisivi per spiegare la storia. Questo è l’appello che lancio al ministro: fate entrare nelle scuole i documenti audiovisivi”.
A dire il vero, nelle scorse settimane il ministro dell’Istruzione aveva già risposto all’appello della senatrice vita Liliana Segre per ripristinare la traccia storica nella prima prova dell’esame di maturità e valorizzare pure lo studio della materia.
Su La Repubblica, Liliana Segre aveva definito un “atto molto grave” quello di sopprimere il testo storico dalla maturità.
“Io – ha scritto la senatrice – mi sono sempre occupata di memoria. Ma memoria e storia vanno insieme. Da trent’anni rendo testimonianza sulla Shoah nelle scuole, e vedo la fatica che talvolta fanno i professori per contestualizzare il mio racconto. Può capitare che nell’ultima classe delle superiori non si arrivi a svolgere l’intero programma e ci si fermi alla Grande Guerra. Invece sarebbe utile studiare i totalitarismi, i genocidi e la complessità di tutto il Secolo Breve”.
“Rispetto la posizione della Senatrice Segre. E voglio rassicurarla in questa sede – aveva replicato Marco Bussetti sempre dalle pagine del quotidiano romano – così come avvenuto di persona, sul fatto che il Ministero che ho l’onore di guidare non ha alcuna intenzione di penalizzare una disciplina come la Storia, fondamentale per la crescita di cittadini responsabili e consapevoli”.
“Non ci sarà alcuna penalizzazione – ha assicurato il ministro – nemmeno nell’Esame di Stato. Anzi. La Storia sarà presente nelle prove di giugno. È il mandato che ho dato personalmente al gruppo di lavoro incaricato di predisporre le tracce di Italiano”.
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