Quante discussioni in Consiglio di classe, nei corridoi e nelle conversazioni informali tra colleghi! Tutti lì a convergere sul fatto che la storia contemporanea sia la grande esclusa dalle nostre programmazioni, che al massimo – quando va bene – si arriva alla Seconda guerra mondiale. La storia d’Italia degli anni di piombo, per esempio, chi mai la svolge con gli studenti del quinto anno? I nostri diciottenni sanno cos’è stata la guerra fredda USA-URSS? Per non parlare della nascita dello Stato d’Israele e del conflitto israelo-palestinese, del terrorismo di Settembre Nero.
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La Storia attraverso la Letteratura
Il romanzo dello scrittore giordano Rabih Alameddine, “La traduttrice”, edito in Italia da Bompiani, riteniamo possa dare una mano ai docenti di Storia, per entrare in quest’ultimo, grande tema attraverso la letteratura: “nel settembre 1970 scoppiarono dei tumulti in Giordania. I guerriglieri palestinesi sferravano attacchi da quel Paese, e Israele contrattaccava – eccessivamente, come sua abitudine – bombardando la Giordania I palestinesi stavano praticamente governando il paese, uno Stato dentro lo Stato. Sentendosi minacciato, il re Hussein di Giordania scese in guerra contro di loro. Morirono centinaia di persone. Il conflitto, la morte e la sofferenza durarono fino al luglio 1971 con l’espulsione dell’OLP e di migliaia di combattenti palestinesi in Libano.”
Un conflitto ancora aperto
Il conflitto mediorientale, Beirut città martire distrutta dalle bombe e tutte le vicende di quegli anni – insomma, una porzione importante della nostra storia contemporanea di certo poco conosciuta dai ragazzi – emergono dai ricordi di Aaliya, un’anziana libraia e traduttrice per passione, che oltrepassata la soglia dei settant’anni si lascia andare ai ricordi di tutta una vita vissuta a Beirut. E’ un’idea che sommessamente lanciamo ai nostri docenti di storia: usare la leggerezza della finzione romanzesca, che contiene al tempo stesso una ricostruzione storica attenta e precisa, per dare ai ragazzi almeno le coordinate essenziali di un conflitto che continua a covare, più o meno vivacemente, sotto la cenere.