Come si fa a vivere quando non entra il salario dovuto per il proprio lavoro? Domanda dalle cento pistole, a cui dovrebbe rispondere con pirotecnico botto il ministero che invece recluta gli insegnanti, per non lasciare classi scoperte, e poi non li paga, con un gioco delle parti scanzonato e sfrontato, visto che ha l’arma del potere dalle parti del manico.
E così vengono alla luce, dal Messaggero, storie di maestre che per lo più riguardano anche tante altre storie di altrettanti insegnanti supplenti, chiamati per tappare i buchi ma lasciati senza i dovuti compensi per il lavoro che svolgono. E dunque, per un verso il giusto decoro che la professione esige, anche in rapporto con gli obblighi verso la società, ma dall’altro l’impossibilità a mantenerlo per ingiuria voluta dal datore di lavoro.
Storie emblematiche dunque, dentro le quali si possono ritrovare altri colleghi supplenti alle prese con le bollette, l’affitto, un abito nuovo, e spesso pure con lo stesso vitto.
Racconta al Messaggero Caterina, 47 anni, maestra di scuola materna a Cagliari, “prima nelle scuole private e poi, dal 2016, in quella pubblica”, la quale dal 4 ottobre scorso non ha ricevuto il becco di un quattrino.
Dichiara infatti: “Purtroppo vivo una situazione molto pesante. Il 31 dicembre scorso ho finito tutti i soldi: ho pagato il mutuo e ora non ho più niente. Sono costretta a chiedere i soldi ai parenti per fare la spesa. Mi sento umiliata, mi sono sempre mantenuta da sola e adesso alla mia età devo chiedere aiuto”.
Eppure si tratta, sulla base dell’intervista, di una insegnante con “contratto che andrà avanti fino a fine giugno. All’inizio, quando sono stata convocata, mi sono sentita fortunata: non pensavo che non sarei stata retribuita per mesi”.
Convocata con la graduatoria di istituto, spiega la donna, “il pagamento segue l’iter delle supplenze brevi. Seguo corsi di formazione a mie spese visto che lo Stato non ci dà la carta del docente come fa con gli insegnanti di ruolo. Anche in questo esiste una profonda disparità di trattamento”.