“Finalmente parto anche io, resterò in provincia di Lecco sino al 30 giugno”. C.I., una ragazza di 24 anni alla sua prima esperienza, parte per il Nord, sì appunto quello che è: “educazione”, “correttezza” e “legalità”.
Prende servizio nella scuola ove sarà supplente per tutto l’anno scolastico. Non avendo appoggi, né conoscenza alcuna, fitta un Airbnb per una settimana, poi trova una casa. Carina, “parva sed adapta mihi”, calda. Il padrone di casa è cordiale, i colleghi sono cordiali. Tutto sembra “il famoso Nord accogliente”. Nel locus amenus in cui è immersa, non ancora ha provveduto a recarsi all’Azienda locale di appartenenza per scegliere il proprio medico condotto.
Per il suddista poi, l’influenza non arriva mai, e se arriva ci sarà tempo. Due giorni fa C.I. si sente male a scuola, ma non va via. Adempie al suo dovere scolastico. Tornata a casa, scopre di avere 39 di febbre. I vomiti non si calmano. E’ sola, sola, maledettamente sola. Non riesce ad alzarsi dal letto per prendere la bottiglia d’acqua ed averla sul comodino. Nessuna farmacia fa servizio a domicilio per una fiala di plasil. C.I. non chiama l’autoambulanza per una influenza.
Da Napoli, la madre chiama la guardia medica la quale risponde che non può abbandonare il posto per una influenza. La notte passa malissimo, ma si preoccupa: come farò domani a scuola? Al mattino, il termometro segna 38.1. Chiama i medici condotti del paese che conta 2800 abitanti. Nessuno dà la disponibilità per un certificato, almeno di un giorno.
Le consigliano l’ospedale. C.I. alle 10 del mattino si presenta al pronto soccorso dell’ospedale di Mercate ove si riscontra un codice verde, per cui rimane in attesa. Intanto la febbre risale. Non c’è tempo per un codice verde! Lei sa che deve tornare a casa con auto da sola, lei sa che le gira la testa, ma c’è una cosa che non sa: la strada. Il cellulare si è scaricato. Il navigatore non può essere utilizzato. Una signora, impietosita dal caso, le presta un caricatore. Ore 20.20, io madre di C.I. ricevo la telefonata di mia figlia che mi dice: “Ci rinuncio, non ce la faccio più. Sto andando alla guardia medica”.
Ore 20.45, C.I. viene rispedita dalla guardia medica, come un pacco imballato autonomo senza servizio postale, al Pronto Soccorso, poiché il sistema non è collegato all’Inps e C.I. dovrebbe portare manualmente il certificato (privo di protocollo) al capoluogo di provincia. Sono passate 9 ore per un certificato medico e nulla è stato risolto. Maledetta Italia! Benedetta Scuola!
11ore e 30 minuti C.I. torna a casa. Noooooooooo. Prima bisogna pagare il parcheggio: 8 euro. Deve, però, provvedere, a spedire entro le ore 24.00 all’INPS di Lecco, il certificato redatto dalla Guardia Medica. Ovvio che nella sua casa non ha fibra ottica, non ha adsl, non ha scanner. La giornata ancora non è finita, grazie al cellulare e alla connessione dati, al via adesso alla ricerca dell’app che possa scannerizzare certificato.
Dai, C.I., fai presto, domani si torna a scuola! Hai trascorso la tua giornata di malattia riposando!
Si chiedeva il certificato di 1 giorno di malattia, si chiedeva una copertura antibiotica, si chiedeva un soccorso, si chiedeva di trasmettere un certificato a scuola di 1 solo giorno e riposare a casa.
Febbrile la partenza per il Nord, febbrile il primo giorno di scuola: febbri da emozione! Febbrile la giornata di San Nicola, trascorsa senza esito in una sala di attesa del pronto soccorso PER BEN 11 ORE! Ecco i Maddisti, una nuova categoria creata dallo Stato, partiti con tanti sogni! Maddisti……coloro che sono a disposizione laddove non c’è personale con titolo richiesto. I maddisti che servono allo Stato quando c’è bisogno, ma che non esistono per lo Stato quando loro hanno bisogno.
Un ceto scolastico nuovo che parte con un solo bagaglio: “l’entusiasmo”.
Maddisti emigrati con tante speranze e senza riconoscimento di diritti, insegnate sì nelle scuole cos’è l’Europeismo, ma portate con voi nelle terre del Nord, la nostra efficienza al Sud, i nostri valori di humanitas, di famiglia, di pietas, di solidarità, abbattete il concetto di “Terronia”, se un giorno sarete medici, insegnate che la priorità dei codici verdi non va in base al paese di provenienza o residenza, portate lassù e spalmate sulle nuove generazioni l’amore inteso come filos tra i giovani.
Qui, al Pellegrini, al Monaldo, al Cardarelli nessun codice verde aspetterebbe 11 ore. Nei nostri servizi c’è amore e missione e anche voi siete un servizio.
Portate con voi i profumi di quelle essenze che sono prioritarie ad ogni competenza chiave, ad ogni cittadinanza attiva, perché anche l’Europeismo deve avere una base su cui edificarsi: il cosmopolitismo filantropico!
Angela Carbone
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