Esimio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
chi Le scrive è un’umile insegnante precaria che il 5 novembre avrebbe dovuto e voluto partecipare al concorso straordinario.
Mi rivolgo a Lei in quanto figura super partes della nostra Repubblica, mi rivolgo a Lei quale “garante” della nostra Carta Costituzionale, colui che ha il compito di assumere decisioni ponderate di intervento e di saggio equilibrio istituzionale alla base dei valori formali e sostanziali riconducibili per lettera e spirito alla nostra Carta fondamentale.
Per ultimo, mi rivolgo a Lei, perché la Ministra Azzolina, si è resa sorda alle nostre richieste divenute successivamente, per disperazione, preghiere di rinvio del concorso straordinario.
Sono una precaria dal 2012. I miei contratti hanno la classica durata annuale dal primo settembre al 31 agosto dell’anno successivo. Le mie certezze vivono appese ad un filo. Nonostante tutto continuo ad insegnare con amore e dedizione perché è quello che voglio fare e quello che riesco a fare meglio, che mi fa stare bene, che mi tiene viva. I miei ragazzi per me sono la mia linfa vitale.
Laureata in giurisprudenza a Palermo e abilitatami allo svolgimento della professione forense ho fatto l’avvocato per 5 anni fino a quando non ho ricevuto una chiamata da una scuola per una supplenza breve….mi si è aperto un mondo. Ho capito che il mio futuro non era dentro un’aula di Tribunale ma in un’aula scolastica.
Ed eccomi qui, ho presentato domanda per partecipare al concorso straordinario riservato al personale precario con almeno 36 mesi di esperienza sulle spalle, ed allora, perché non partecipo?
Perché mio marito, servitore dello Stato, sottufficiale dell’Esercito, sul posto di lavoro ha contratto il Covid-19 e come prescritto dalla legge io con tutta la mia famiglia siamo stati posti in quarantena.
Ecco che tutto il tempo sottratto ai miei bambini e dedicato allo studio finalizzato allo svolgimento del concorso viene vanificato, ecco che tutte le mie speranze di essere stabilizzata vengono perse ed ecco che penso e rifletto sul fatto che in questa fase particolarmente delicata non sia possibile trascurare gli effetti della pandemia in atto, che non produce lesioni ma letalità (si muore o si guarisce).
Ho letto bene il bando del concorso che in un suo punto prevede che “La mancata presentazione nel giorno, luogo e ora stabiliti, ancorché dovuta a caso fortuito o a causa di forza maggiore, comporta l’esclusione dalla procedura”.
Ma se la ‘causa di forza maggiore’ è la quarantena imposta dalle autorità sanitarie, il candidato deve essere comunque escluso?
Visto che la Ministra non vuole rinviare lo svolgimento delle prove, perché non prevedere delle prove suppletive?
Perché essere esclusa a priori solo perché in quarantena magari derivante da un contatto avuto in classe con un alunno?
Perché costringere migliaia di insegnanti a sostenere dei lunghi viaggi in treno, aereo, nave per raggiungere le sedi d’esame, per poi trovare tutte le attività commerciali chiuse per il lockdown parziale?
Perché sottoporre i precari alle paure del contagio e del portare il virus nelle proprie case con figli e genitori anziani?
Perché questo accanimento nei confronti di noi insegnanti di serie B (così ci considera l’esimia Ministra) che abbiamo portato avanti le nostre classi nel periodo di DAD con computer, stampanti, collegamenti internet il cui costo è stato totalmente sulle nostre spalle perché essendo precari non abbiamo diritto alla “carta del docente”?
Perché essere ulteriormente mortificati nell’anima e nello spirito togliendoci anche l’opportunità di partecipare al raggiungimento di un “obiettivo”?
Perché la Ministra Azzolina si è intestardita a portare avanti un concorso in un’ Italia con 31.758 nuovi contagi e 297 morti in un giorno, concorso che non produrrà alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre esporrà la scuola e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi?
La città in cui vivo, Bolzano, è stata dichiarata zona rossa, ciò significa che si potrà entrare solo per motivi di lavoro, salute e comprovata urgenza. Il concorso straordinario può considerarsi un “MOTIVO URGENTE”?
Ci sarà la didattica a distanza per tutte le scuole e la chiusura di scuole dell’infanzia e dei nidi. Chiuderanno anche i servizi alla persona, la gastronomia, i bar, i ristoranti. Alle 20 scatterà poi il coprifuoco.
Secondo la Ministra Azzolina questa è un’atmosfera in cui può svolgersi un concorso pubblico?
Detto questo, apro il mio cuore e dico che sono profondamente delusa e depressa, che non so con quale stato d’animo affronterò il proseguo dell’anno scolastico appena iniziato per cui ho comprato, di mia tasca, un bel pc portatile per la DDI ed ho potenziato il mio contratto internet.
Forse è meglio per me non pensare al concorso, forse è meglio che mi concentri alla cura dei miei figli e di mio marito, confinato in una stanza da 12 giorni con tutti i sintomi covid dalla febbre alta alla tosse persistente, forse è meglio per me continuare a disinfettare casa, giocare e cucinare per i miei figli anche loro in quarantena dando loro una parvenza di normalità a ciò che normale non lo è più.
Chissà se la Ministra comprende che è questa l’aria che si respira in questo momento nelle famiglie dei docenti.
Mi rivolgo pertanto a Lei, Presidente, certa che, con la Sua autorevolezza possa far ragionare chi non vuole ascoltare “ragioni” ritenendo che preservare la salute e il benessere psico/fisico del personale scolastico sia un atto di responsabilità nei confronti della Nazione.
Carolina Millocca
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