Ricordate la Divina Commedia letta e commentata da Roberto Benigni? In molti, allora – studenti, genitori e opinione pubblica in generale – si crucciavano del fatto che nelle nostre aule scolastiche non ci fossero professori d’Italiano in grado, come il grande attore toscano premio Oscar, di destare l’interesse dei ragazzi, di generare emozioni durante le spiegazioni dei versi del sommo Dante.
In tempi più recenti – oltre ai grandi Piero e Alberto Angela attraverso il canale televisivo – si è via via affermato come ottimo e seguitissimo divulgatore di storia il professore Alessandro Barbero, indiscussa star del web. E anche lì, tutti quanti a sperare di incrociare a scuola un professore che possa far nascere e stimolare l’interesse verso una disciplina, la storia per l’appunto, da sempre nella top ten delle materie considerate dagli studenti tra le più noiose.
Ridare smalto a due discipline importanti
Se consideriamo che è difficile imbattersi tra le mura scolastiche in professori istrionici e carismatici come Roberto Benigni o Alessandro Barbero, di certo tutti i docenti possono fare in modo, attraverso un ripensamento delle proprie metodologie, che l’insegnamento dell’Italiano o della Storia desti negli alunni – se non proprio entusiasmo – almeno la voglia di seguire e di partecipare attivamente.
Si potrebbe, ad esempio, “colorare” le lezioni con racconti e aneddoti, un po’ come fanno le guide turistiche più brave, simpatiche e accattivanti che, oltre alle informazioni storico-architettoniche su un monumento, forniscono dettagli e notizie curiose, catturando in tal modo l’attenzione dei turisti, anche dei più riottosi e recalcitranti, come i nostri alunni durante le gite d’istruzione.
La storia di Camilleri incontra la Storia d’Italia
A questo proposito, il libro di Andrea Camilleri, “Esercizi di memoria” potrebbe fornire un valido supporto. Nel primo dei suoi “esercizi”, lo scrittore siciliano ricorda quando, da giovanissimo – appena diciassettenne – assieme ad altri tre amici si fece promotore del rientro delle ceneri di Pirandello, morto a Roma, in Sicilia, per rispettare le sue ultime volontà di essere seppellito ad Agrigento, in contrada Caos, sotto un grande pino vicino alla sua casa natale. Un godibilissimo racconto di una decina di pagine scarse intrise di storia e di vita che potrebbero dare maggiore vitalità a un percorso letterario su Pirandello.
Un altro racconto, “Incontro coi briganti”, narra del giovanissimo Andrea che in una certa fortuita circostanza entra in contatto e ha una breve e imprevedibile conversazione filosofica con un esponente di spicco della banda Giuliano. C’è qualcosa di meglio per dare più dinamismo a un segmento didattico sulla storia del brigantaggio in Italia, la questione meridionale, il movimento indipendentista siciliano , la strage di Portella delle Ginestre?
E Camilleri, già molto anziano, in questo libro pubblicato nel 2017, ripercorre altri momenti della sua ricchissima vita, una vita che ha spesso incrociato la grande Storia del XX secolo.
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