Secondo un recente sondaggio condotto da Skuola.net, ben il 51% dei maturandi italiani termina il percorso scolastico con una preparazione in storia che si arresta al secondo dopoguerra. Questa lacuna rappresenta quasi un secolo di eventi storici non trattati in modo adeguato, creando un vuoto significativo nella formazione degli studenti. La situazione rispecchia la necessità di rivedere i programmi scolastici, come suggerito dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Il sondaggio, condotto su un campione di 1.000 studenti di quinto superiore, rivela che molti studenti preferirebbero evitare argomenti preistorici per concentrarsi su periodi più recenti e rilevanti. Solo il 25% degli intervistati ritiene fondamentale studiare il passato remoto per comprendere le radici della nostra società, mentre il 23% adotta un approccio individualista, preferendo approfondire autonomamente i periodi storici di interesse.
Ricordiamo che anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha parlato di programmi scolastici, concentrandosi sulla storia e sulla preistoria, affermando: “In terza elementare si va a narrare e a spiegare tutte le specie di dinosauri. Addirittura c’era un animale vissuto 40 milioni di anni fa e questi bambini devono studiare e imparare questo animale vissuto in Messico ed estinto da milioni di anni. Tutto questo, ma a che serve? E’ tutto inutile se poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato, che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente”.
La questione si riflette nei racconti degli studenti stessi, molti dei quali hanno concluso l’anno scolastico senza affrontare ampie parti del programma di storia. Meno della metà degli studenti ha avuto un insegnante in grado di completare il programma previsto. Il 20% si è fermato tra gli anni ’60 e ’70, mentre il 29% ha concluso il Novecento. Gli altri, invece, hanno navigato in acque tempestose: il 29% si è fermato al secondo dopoguerra, il 14% tra le due guerre mondiali e l’8% ancora prima.
Tuttavia, una luce di speranza emerge per quei maturandi rimasti indietro. Alcuni docenti, infatti, hanno dedicato lezioni all’approfondimento di momenti chiave del recente passato o dell’attualità. Questa pratica ha coinvolto l’81% degli studenti, risultando utile soprattutto in vista dell’esame di maturità.
Migliore è la situazione per la letteratura italiana, con il 59% degli studenti che ha completato il programma o affrontato i principali autori dell’Ottocento e Novecento. Circa il 32% ha terminato il programma e ripassato autori chiave, mentre il 27% ha studiato la maggior parte degli autori principali del XIX e XX secolo. Tuttavia, il 24% si è fermato a metà Novecento e il 17% solo all’Ottocento e alla prima parte del XX secolo.
Anche le materie caratterizzanti i vari indirizzi scolastici mostrano dati positivi: circa il 75% degli studenti ha completato il programma. Il 12% teme di essere rimasto indietro e il 16% denuncia diverse lacune.
Alla vigilia degli esami, molti studenti si affidano al ripasso pre-esame per colmare le lacune. Circa il 60% tenterà di studiare da autodidatti, mentre il 40% si affiderà al destino, sperando che le prove si concentrino su ciò che è stato effettivamente spiegato in classe.
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