Storie di ordinaria ingiustizia. Parla una docente residuale GaE

Periodo di Ferragosto, giornate dedicate al mare, al sole o alle piacevoli scampagnate ed escursioni in montagna per stare insieme ai propri cari in serenità ed armonia. Tuttavia, dall’entrata in vigore della Legge 107/2015, l’estate dei docenti italiani, soprattutto se ancora precari, è piena di ansie, di incertezze, di scelte di vita difficili, di dubbi laceranti, di paura di perdere l’unica fonte di reddito rappresentata dagli incarichi annuali.

Tanti docenti, sconcertati, delusi e rimasti con un pugno di mosche in mano, stanno denunciando le ingiustizie e i soprusi subiti. Alessandra Fiumara, insegnante messinese di Scuola Primaria di 52 anni e precaria da ben 26, ha scritto al Sottosegretario Davide Faraone rendendo pubblica la sua drammatica situazione.  Alessandra ha un figlio autistico di 25 anni con il 100% di invalidità ma non ha potuto, perché non previsto dalla Legge, inserire il suo sacrosanto diritto sancito dalla Legge 104 di assistere il figlio disabile grave nella domanda di immissione in ruolo. Così scrive Alessandra al Sottosegretario Davide Faraone : “Ho riflettuto e ho deciso di non presentare domanda; mio figlio ha bisogno di avermi vicina SEMPRE. L’autismo non è presente solo durante le vacanze scolastiche ma tutti i giorni … Lei dovrebbe saperlo. Ritengo che questa modalità usata per ricattare i precari sia la più squallida mai attuata, volevo solo informarLa che la mia storia, comune a tante altre, verrà divulgata il più possibile. Lo devo a mio figlio. Buona giornata”.

Il caso di Alessandra non è, come scrive lei stessa, “unico”. Anna E. è mamma di un ragazzo affetto dalla nascita da tetraparesi spastica e non ha prodotto domanda. Vincenza G. , insegnante messinese, anche lei con un figlio autistico, ha perso il ruolo e, come tante altre donne coraggiose e responsabili, non se l’è sentita di produrre domanda. Il triste elenco può continuare e le tante storie sommerse devono venire fuori.

Sarebbe interessante sapere come si pensa di risolvere la drammatica situazione dei residuali GAE, per la quasi totalità precari storici con punteggi altissimi nella propria classe di concorso e rimasti ingiustamente senza futuro. È legittimo tutto questo? Eppure oggi si sente parlare solo di conciliazioni, che danneggiano ulteriormente i precari in quanto, comunque vada a finire la controversia, vengono sottratti posti all’organico funzionale, di assegnazioni provvisorie su TUTTI i posti disponibili senza aliquote e accantonamenti per i precari storici, di “deportazioni” di insegnanti di ruolo che hanno accettato la 107, partecipando consapevolmente ad un Piano assunzionale su base Nazionale e che ora non accettano di partire in quanto non intendono comprensibilmente separarsi dai loro affetti. Si tace, invece sul famigerato comma 131 della Legge 107 che sancisce il divieto di supplenze su posti vacanti oltre i 36 mesi a decorrere dall’anno scolastico 2016/17 che, se non sarà eliminato o modificato, porterà al più grande licenziamento di massa nella storia della nostra Repubblica, decretando la morte lavorativa di 45.000 lavoratori.

                Ovviamente, le soluzioni esistono e vanno pensate ed attuate tenendo conto delle motivate richieste di tutte le parti in causa, evitando di creare ed alimentare ulteriori spaccature fra i docenti. L’equilibrio e la saggezza, doti sempre più rare, così come quella della lungimiranza, devono ispirare l’operato di chi è chiamato a svolgere un ruolo pubblico al servizio della collettività. Non ci possono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, lasciati senza tutele e diritti. Politici e Sindacalisti sono chiamati ad essere garanti delle Istituzioni e dei cittadini, il tutto nel pieno rispetto della Legge senza sotterfugi, soluzioni ad hoc e, soprattutto, senza cambiare in corsa le regole del gioco. Simili comportamenti non possono essere accettati in uno Stato di diritto.

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