Il Miur non termina mai di stupire e sembra proprio che abbia imboccato la strada della tradizione, nelle speranza forse di entrare nel Mito, considerato che anno per anno va disseminando errori nelle tracce dei temi agli esami di Stato.
Lo fa rilevare Il Sole 24 Ore, secondo il quale chi ha steso le tracce per il tema storico è “sicuramente a un incompetente. E per di più in due campi: quello più propriamente storico e quello pedagogico”.
Nel primo campo il tema mischia, in una retorica da storia pseudo etica, due eventi lontani, in contesti assolutamente differenti collocando in una prospettiva fasulla i due protagonisti citati, cioè Alcide De Gasperi e Aldo Moro. Il primo viene fatto diventare “un alfiere della distensione fra i due blocchi, il che era semplicemente impossibile, essendo De Gasperi morto nell’agosto 1954, mentre di distensione in senso proprio si può parlare solo superata la crisi del 1956”.
Viene inoltre “citata fuori contesto una frase di Alfredo Canavero”, come fuori contesto è la frase di Moro “in margine alla conferenza di Helsinki del 1975”. “Come qualsiasi buon studente di storia sa, citare episodi fuori contesto e ridurne la complessità- precisa il prof Paolo Pombeni, professore emerito di storia contemporanea all’Università di Bologna sul Sole 24 Ore – per fare un po’ di retorica delle buone intenzioni è il peggior tradimento che si può fare al significato e al valore dell’insegnamento della storia”.
“Quanto al campo pedagogico ci si chiede che senso abbia spingere dei ragazzi parlare di problemi enormi, senza avere le basi per farlo”, considerata sia la difficoltà a svolgere tutto il programma di storia e sia la preparazione stessa di “docenti che abbiano le competenze per affrontare temi che, lo dico per esperienza personale, non sono semplici da spiegare agli studenti degli ultimi anni dell’università”.
“In questi tempi delicati di tutto c’è bisogno tranne che di una scuola che spinga all’uso superficiale e retorico delle analisi storico-politiche. Su questo non c’è da registrare uno scivolone, ma una irresponsabilità ministeriale che avremmo preferito non vedere”.
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