Oggi, 2 agosto, ricorre il 42esimo anniversario della strage di Bologna, l’attentato commesso sabato 2 agosto 1980 alle 10:25 alla stazione ferroviaria del capoluogo dell’Emilia Romagna che ha ucciso 85 persone e ne ha ferite ben 200. Si tratta di uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra, i cui esecutori sono stati individuati in alcuni militanti dell’estrema Destra.
Come ogni anno, il 2 agosto, si è tenuta a Bologna, nell’orario dell’esplosione dell’ordigno, una commemorazione della tragedia che ha visto presenti alcuni rappresentanti delle istituzioni. Tra questi Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
Ecco cos’ha detto Bianchi: “Siamo qui a ricordare a tutti noi che la lunga scia di sangue che ha attraversato Bologna e ha lasciato tante vittime e piaghe nel nostro popolo era diretta a colpire la Bologna antifascista e democratica, diga contro il dilagare di tendenze eversive che volevano colpire la nostra democrazia. Tentativi tutti – strage del 2 agosto, Italicus, treno 904, Ustica, Uno Bianca, fino al corpo di Marco Biagi – messi insieme da un infame impasto di fascismo, terrorismo, criminalità comune e istituzioni deviate che volevano minare nella profondità la nostra democrazia”.
“La nostra amata Bologna ha tenuto. Partigiana e repubblicana lo è sempre stata, ancora una volta ha insegnato al Paese che la nostra Costituzione non è un pezzo di carta, ma il fondamento vero della nostra Repubblica e della vita comune”, ha concluso Bianchi parlando nel cortile di Palazzo D’Accursio, sede del comune di Bologna, davanti ai familiari delle vittime prima della partenza del corteo diretto verso la stazione.
In un tweet pubblicato nel pomeriggio l’attuale Ministro dell’Istruzione ha sottolineato il ruolo della scuola nella custodia dei valori democratici: “Non c’è democrazia senza verità e giustizia. La scuola è il luogo della legalità e della convivenza civile, in cui coltivare sempre la memoria, insieme ai diritti della persona e al dovere inderogabile della solidarietà”, ha scritto Bianchi.
“La matrice neofascista della strage è stata accertata in sede giudiziaria e passi ulteriori sono stati compiuti per svelare coperture e mandanti per ottemperare alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere. L’ordigno che 42 anni or sono uccise a Bologna persone casualmente presenti quella mattina alla stazione ferroviaria, risuona ancora con violenza nel profondo della coscienza del Paese. Fu un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni”.
“Nel giorno dell’anniversario – ha continuato il capo dello Stato – il pensiero si volge anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande, che hanno saputo trasformare in impegno civile, per testimoniare all’intera società che le strategie del terrore mai prevarranno sui valori costituzionali della convivenza civile. L’azione solidale dei familiari merita la gratitudine della Repubblica”.
“La loro tenacia ha sostenuto l’opera di magistrati e di servitori dello Stato che sono riusciti a fare luce su autori, disegni criminali, ignobili complicità. La matrice neofascista della strage è stata accertata in sede giudiziaria e passi ulteriori sono stati compiuti per svelare coperture e mandanti per ottemperare alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere” ha concluso Mattarella.
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