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Strage di Charlie Hebdo, insegniamo a scuola la storia di tutte le religioni

La strage di Charlie Hebdo ci ha insegnato che nelle scuole bisognerebbe far conoscere la storia di tutte le religioni: a sostenerlo, domenica 11 gennaio, è stata Francesca Campana Comparini, organizzatrice del Festival delle Religioni sostenendo che, ancora di più dopo il terribile attacco di terrorismo avvenuto nella capitale francese, sia doveroso inserire l’origine e la diversità delle varie religioni nell’educazione scolastica nella lista delle discipline obbligatorie.

“La storia delle religioni, non di una, ma di tutte le religioni, è la storia del mondo. E’ la sua filosofia. E’ la sua sociologia. E’ la sua economia. Uno Stato multiculturale non è uno stato a-culturale. Deve far capire tutto, perché comprendendo si conosce e conoscendo si riconosce l’altro. Che non è poi lontano da ciascuno di noi”, è detto in una nota.

“Oggi più che mai – sostiene Comparini in una lettera pubblicata dal Corriere.it – in un mondo liquido e multiculturale, anzi talvolta inculturale, è fondamentale conoscere e riconoscersi. Un tempo in un mondo di frontiere era importante conoscere la geografia del mondo. Oggi in un mondo senza frontiere è importante conoscere la geografia dell’uomo e delle sue culture. In primis le culture religiose. Quelle che re-ligono, che quindi legano i popoli, le singole persone a credi fortemente determinanti nelle scelte sociali economiche e politiche. Quelle, in definitiva, che muovono la storia che non è finita ma è mutata”.

 

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E ancora: “uno Stato ha il dovere di fare un’azione culturale forte nei confronti dei propri cittadini. Ha il dovere di farli conoscere fra loro. Uno stato è forte non se ha il PIL alto, ma se ha un sistema scolastico eccellente. Perché non proporre allora l’obbligo dell’ora di storia delle religioni nelle scuole? Sapere i fondamenti di religione è oggi più di sempre indispensabile come conoscere la lingua inglese piuttosto che la storia o la matematica. I fatti di Parigi, che sono anche i nostri, lo denunciano drammaticamente e la nostra scuola non insegna i fondamentali di quello che accade nel mondo. Il mondo corre e – conclude anche l’educazione deve procedere di pari passo”.

La proposta, tra l’altro, potrebbe probabilmente determinare un’inversione di tendenza riguarda l’ormai cronica disaffezione degli alunni italiani nei confronti dell’ora di religione cattolica, confermata anche dall’ultimo Annuario pubblicato dalla Cei in questi giorni. Il problema è che i vescovi italiani difficilmente saranno d’accordo con una revisione del genere dell’insegnamento della religione a scuola. E il Miur cosa ne pensa?

 

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Alessandro Giuliani

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