Gli attentati di Parigi hanno riflessi sull’Italia: dal Viminale è scattata l’allerta su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione su Roma e Milano. Anche per le scuole.
Le misure di sicurezza sono innalzate ai massimi livelli, contatti costanti con le autorità francesi e i servizi d’intelligence alleati per condividere le informazioni sull’attacco: hanno fatto scattare immediatamente anche in Italia i piani di sicurezza previsti in caso di allarme rosso. “L’antiterrorismo – ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano – è in costante contatto con i colleghi francesi per seguire con estrema attenzione ciò che accade in Francia, anche allo scopo di disporre ulteriori interventi preventivi“.
Domenica mattina, 14 novembre, al Viminale, alle 9.30, Alfano ha convocato il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che sarà presieduto dal premier Matteo Renzi: la riunione, alla quale parteciperanno i vertici delle forze di polizia e dei servizi di sicurezza, servirà a fare una prima analisi di quanto accaduto a Parigi e a predisporre le misure necessarie per cercare di ridurre al minimo i rischi per il nostro paese.
In attesa di capire qualcosa di più sulla matrice degli attentati parigini, ma anche sulla dinamica e sul numero dei terroristi entrati in azione, sulla loro provenienza e sui loro movimenti – un lavoro che l’intelligence sta già facendo per cercare di fornire un quadro quanto più chiaro possibile nella riunione di domani – sono intanto state disposte le prime misure.
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In accordo con il ministro Alfano, il capo della Polizia Alessandro Pansa ha invitato tutti le autorità di pubblica sicurezza sul territorio ad innalzare la vigilanza e i controlli su tutti gli obiettivi sensibili, con particolare riferimento a quelli francesi e con una attenzione specifica su Roma e Milano.
Vigilanza massima, dunque, su porti, aeroporti e stazioni, sedi diplomatiche, luoghi di culto, monumenti e musei, centri commerciali e luoghi di aggregazione, scuole e università di diversi paesi. Misure che accompagnano quelle già disposte, dopo l’aggressione a Milano di un cittadino ebreo, con una circolare inviata in mattinata a prefetti e questori che invitava a rafforzare le misure di sicurezza su tutti quei luoghi e quegli obiettivi riconducibili ad Israele e alla religione ebraica: sinagoghe ma anche scuole ebraiche, sedi diplomatiche e di compagnie aeree, quartieri frequentati per la maggior parte da cittadini di religione ebraica, interessi commerciali, aziende.
Nelle prossime ore dovrebbero essere disposti nuovi interventi, con una stretta ulteriore alle misure già rigide e, soprattutto, un impulso più forte alla prevenzione e al monitoraggio di tutti quegli ambienti più a rischio. Non è escluso che possano inoltre scattare una serie di perquisizioni, anche se non nell’immediato, e che il governo possa decidere di seguire la strada indicata da Hollande e disporre una stretta sulle frontiere.
Quel che è certo, dicono gli analisti e tutti gli addetti ai lavori, è che fino ad oggi non ci sono segnali specifici di progetti di attentati nel nostro paese. Ma questo non significa essere al sicuro perché, ripetono, “non è possibile eliminare del tutto il rischio di attentati“: i ‘lupi solitari’ o le ‘cellule isolate’, come hanno ribadito solo due giorni fa gli 007 al Copasir, possono entrare in azione in ogni momento.
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