Vittime e terroristi sono “fratelli siamesi”, hanno “stesso infantilismo e stessa incultura”.
Hanno lasciato di stucco queste parole di padre Hervé Benoit, sacerdote della basilica di Fourviere a Lione. Perché non si possono davvero mettere sullo stesso piano attentatori e vittime delle stragi di Parigi del 13 novembre. La delirante posizione è stata espressa in un commento inviato al sito “Riposte Laique” sul pubblico dei giovani presenti al concerto rock aggredito dai kamikaze di derivazione islamica.
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“Guardate le foto degli spettatori qualche istante prima del dramma – scrive padre Benoit – questi poveri figli della generazione ‘bobo’, in trance, in estasi. Ma sono dei morti viventi. I loro assassini, questi zombi-hashishin (l’antica setta consumatrice di hashish, ndr), sono i loro fratelli siamesi. Ma come non vederli? E’ talmente evidente! Stesso sradicamento, stessa amnesia, stesso infantilismo, stessa incultura…”.
Inevitabile la pioggia di proteste, sul web e non solo. Anche l’arcivescovo di Lione, monsignor Phlippe Barbarin, si è detto “costernato: è un testo “che ferisce ed è molto inatteso dalla penna di un prete”. Contro il sacerdote della basilica di Fourviere sono attesi provvedimenti. E nemmeno teneri.
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