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Stranieri, i bocciati rimangono il doppio rispetto agli alunni italiani

Gli alunni privi di cittadinanza italiana continuano ad avere problemi nel processo di apprendimento ed integrazione scolastica: il loro tasso di bocciatura media rimane pari a circa il doppio rispetto al tasso registrato fra gli italiani. Soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado, dove la percentuale dei non promossi, fra gli studenti di cittadinanza non italiana, pur in leggero calo, rimane nell’anno scolastico 2009/10 del 30%.
Il dato è contenuto nel rapporto ”Alunni con cittadinanza non italiana. A.s. 2010/2011”, a cura di Vinicio Ongini, Direzione generale dello studente (Miur), e Mariagrazia Santagati, settore educazione Fondazione Ismu. Dall’indagine è emerso che i tassi di promozione nei vari ordini di scuola si muovono in maniera simile tra tutti gli alunni (elevati nella primaria, in calo alla secondaria di primo grado e, soprattutto, nella secondaria di secondo grado). A livello di scuola primaria, la differenza fra italiani e non è mediamente del 3,3%, con una punta del 4,8% in prima e con lievi differenze di genere a favore delle femmine.
A livello di scuola secondaria di primo grado, la differenza complessiva sale all’8,2%, con una punta di 10,1% in prima e con un incremento delle differenze di genere. A livello di scuola secondaria di secondo grado, la differenza complessiva sale al 15,3%, con tassi di promozione in prima fra i non italiani che si fermano al 62,5% e con marcate differenze di genere a favore delle femmine, leggermente più forti tra gli studenti con cittadinanza non italiana.
Per quanto riguarda la tipologia di scuola secondaria di secondo grado, gli andamenti fra gli alunni italiani e non sono analoghi, con punte di promozione decisamente più elevate per tutti al liceo e i risultati più bassi agli istituti professionali (dove ve ne sono iscritti oltre 62 mila, contro nei 58.340 dei tecnici e i 28.675 nei licei). Tuttavia le distanze tra i due gruppi sono decisamente alte, con un abbassamento del divario negli istituti professionali dove, comunque, solo il 65,8% degli studenti con cittadinanza non italiana è ammesso all’anno successivo. Al termine del percorso della scuola secondaria di secondo grado, gli studenti di cittadinanza non italiana che hanno conseguito il diploma nell’a.s. 2009/10 sono stati 14.318, il 3,2% di tutti i diplomati di quell’anno.
Nel documento, che verrà pubblicato nella sua forma definitiva nel mese di novembre, sono state anche aggiornate le presenze straniere nelle aule di tutta Italia: hanno raggiunta quota 711.064. Tantissime, soprattutto se si pensa che nel 1996/97 se ne contavano 59.389: crescita netta, dunque, ma pure avvenuta con ritmi diversi nel corso degli anni. Se, infatti, dal 2002 al 2008, ogni anno scolastico ha visto crescere le fila degli stranieri di 60-70 mila unità, nel 2008/09 sono stati 54 mila le nuove presenze, 44 mila nel 2009/10 e 38 mila nel 2010/11. Un incremento che porta gli alunni stranieri a rappresentare il 7,9% del totale della popolazione studentesca.
Gli alunni con cittadinanza rumena si confermano, per il quinto anno consecutivo, il gruppo più numeroso nelle scuole italiane (126.452 presenze), seguono gli albanesi (99.205) e i marocchini (92.542).
La Lombardia si conferma la prima regione per il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (24,3% del totale, 173.051 studenti). Seguono il Veneto (11,9%, 84.914 studenti) e l`Emilia Romagna (11,6%, 82.634 studenti). Passando alle incidenze, invece, al primo posto c’è l`Emilia Romagna (14%), seguita da Umbria (13,3%) e Lombardia (12,5%). La loro incidenza più alta, a livello formativo, si registra nelle scuole dell`infanzia: il 78,3% degli iscritti con cittadinanza non italiana è nato sul territorio italiano.
Alessandro Giuliani

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