Stranieri, l’Usp di Caserta fa scattare il censimento lampo. L’ira della Flc-Cgil

“Da quando le prefetture si interessano di dispersione scolastica, di difficoltà di apprendimento e di integrazione nell’ambiente scolastico? Da quando la presenza di alunni immigrati nelle nostre scuole rappresenta un pericolo pubblico per la sicurezza? Quale sarà la posizione di dirigenti scolastici e docenti, pubblici ufficiali, nel caso in cui venga rilevata la presenza di qualche alunno irregolare non denunciato?”. La raffica di domande provocatorie è posta dai vertici della Flc-Cgil – Morena Piccinini, della segreteria nazionale, e Domenico Pantaleo segretario generale dei lavoratori della conoscenza – ai responsabili della sicurezza e dell’istruzione dopo aver appreso che il 18 gennaio l’Ufficio scolastico provinciale di Caserta ha inviato a tutte le scuole di ogni ordine e grado una nota attraverso cui chiede con estrema urgenza (entro sei giorni) un monitoraggio senza precedenti: “al fine di fornire informazioni alla prefettura di Caserta che ha richiesto con urgenza i dati sulla presenza degli alunni stranieri nelle scuole della provincia e sulla dispersione scolastica” gli istituti sono tenuti riempiere ed inviare non oltre il 25 gennaio una serie di “schede  inerenti la rilevazione dei dati in oggetto relativi agli anni scolastici 2007/2008 – 2008/2009 – 2009/2010”.
I due sindacalisti sembrano non avere dubbi: la richiesta di informazioni e dati analitici sugli studenti stranieri, attribuita dall’Ufficio Scolastico Provinciale alla Prefettura, è troppo “particolareggiata e richiede dati che nulla hanno a che vedere con la dispersione scolastica”.
I rappresentanti dei lavoratori della Conoscenza ritengono quindi che questa richiesta sia una conseguenza, “come era facile arguire, delle indicazioni sul tetto del 30% che il ministero dell’Istruzione ha diramato nei giorni scorsi alle scuole ed agli uffici scolastici regionali siamo entrati in una fase di stretta sui diritti e sulle agibilità dei cittadini immigrati nel nostro Paese”. Piccinini e Pantaleo sembrano preoccupati per un precedente che potrebbe ora ripetersi tra gli altri 100 Usp sparsi per l’Italia. E ciò potrebbe determinare vessazioni e condizionamenti nei confronti degli studenti privi di cittadinanza, ma anche nell’operato di dirigenti e docenti responsabili dell’andamento dei loro studi e della loro presenza in classe. “Nella scuola – sottolineano i sindacalisti – questo può avere ripercussioni pesanti, particolarmente nei confronti degli alunni privi di cittadinanza italiana, ma non è escluso nemmeno sul personale scolastico, per effetto del pacchetto sicurezza che ha introdotto il reato di clandestinità”. Pacchetto che però, è bene ricordare, non ha inserito gli operatori della scuola (al pari di quelli ospedalieri) nella lista dei professionisti obbligati a denunciare gli stranieri clandestini alle autorità preposte.
In ogni caso, Piccinini e Pantaleo pongono due interrogativi, che sembrano delle vere e proprie “stoccate” finali: “Cosa intende fare la ministra Gelmini di fronte a questa palese violazione dei diritti di cittadinanza delle persone? È solo un caso che la circolare dell’Ufficio scolastico provinciale sia arrivata alla vigilia della visita che Maroni ha fatto a Caserta?”. Difficile che le istituzione rispondano a parole. Più probabile che lo facciano con i fatti: l’impressione è che il “censimento degli alunni stranieri di Caserta” (così lo ha hanno definito i sindacalisti) sia solo il primo passo per raggiungere altri obiettivi.
Alessandro Giuliani

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