Il mondo della scuola è sempre più interessato ai rischi correlati al burnout e allo stress lavoro correlato, alle conseguenze in ambito psicosociale e alle patologie psichiatriche che minacciano i lavoratori.
La valutazione e la gestione del rischio da stress lavoro correlato nella scuola prevede dei requisiti minimi, secondo la normativa (il Decreto L.vo 81/2008), facendo riferimento all’usura psicofisica degli insegnanti, al rischio di patologie psichiatriche, doppio rispetto a impiegati e personale sanitario, al rischio suicidi, alle assenze ricorrenti (i cosiddetti eventi sentinella) e all’uso di psicofarmaci.
Nell’ambiente scolastico tra i fattori lavorativi di stress vengono considerati il rapporto con gli studenti e genitori, le classi numerose, la delega educativa delle famiglie, la conflittualità tra colleghi, le continue novità normative, il mancato riconoscimento istituzionale della professione docente, solo per citarne alcuni.
Risulta necessario dunque focalizzare l’intervento su chi effettua la valutazione nella scuola: il dirigente scolastico, o il suo vicario/collaboratore, il Responsabile SPP (o un addetto SPP, se il responsabile è esterno), il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il medico competente (se nominato), il responsabile della qualità (se la scuola è certificata), il coordinatore (ove esista questa figura), i rappresentanti di tutte le professionalità ed eventuali consulenti esterni.
Inoltre va garantita la partecipazione dei soggetti che, per capacità, esperienza e anzianità di servizio, conoscono le reali condizioni lavorative e sono in grado di apportare un valido contributo all’analisi del rischio; infine, risulta necessaria una puntuale e adeguata formazione del personale che effettua la valutazione.
I soggetti interessati alla valutazione sono tutti i lavoratori, compresi i dirigenti e i preposti; per quanto riguarda i criteri e la metodologia di valutazione si prevede una fase obbligatoria (preliminare) e una fase eventuale di approfondimento.
Il lavoro nella scuola favorisce una serie di condizioni potenzialmente stressogene, con riferimento al contesto e all’ambiente del lavoro: orario di servizio, il rapporto con le famiglie, gli obiettivi didattici ed educativi, i tempi del processo di apprendimento-insegnamento,le caratteristiche ambientali (illuminazione, rumori, pulizia), il lavoro del personale ATA (con la definizione dei compiti e dei carichi di lavoro).
Per affrontare con efficacia ed efficienza la valutazione e la gestione del rischio da stress lavoro correlato, innanzitutto occorrerebbe rivolgersi direttamente ai lavoratori del settore per approfondire le reali difficoltà e il disagio diffuso. In tal modo diventerebbe possibile affrontare con lucidità e buon senso una situazione che altrimenti isola il personale della scuola, svaluta la sofferenza provata e non condivisa, ingabbiandola in stereotipi e pregiudizi che snaturano la professionalità del singolo lavoratore.
La sicurezza a scuola significa anche stare bene: vuol dire vivere in una comunità dove i motivi di stress relativo al lavoro e alle relazioni sono presenti e numerosi: occuparsene diventa così un scopo primario per il mantenimento del benessere fisico ed emotivo; è un dovere legislativo, ma è innanzitutto un impegno etico che richiede il coinvolgimento di tutte le parti interessate, in un’ottica di condivisione di responsabilità e di compiti
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