Che il mestiere dell’insegnante sia sempre più difficile e pesante, anche sotto l’aspetto psicofisico, è ormai fuori dubbio, ma il fatto è che le norme che potrebbero in qualche modo tutelare i docenti (che pure esistono) non vengono neppure applicate, proprio come accade per quelle sullo stress lavoro correlato.
Sulla questione interviene anche Mario Pittoni, responsabile federale per l’istruzione della Lega, che dichiara: “E’ ora di prestare attenzione alla prevenzione dello Stress Lavoro Correlato (SLC) nelle scuole e alla relativa formazione, previste dal Decreto legislativo 81/08 divenuto operativo il 1° gennaio 2011 ma tuttora disapplicato”.
“Ci sono ricerche anche recenti – aggiunge Pittoni – che hanno evidenziato come nella scuola vi sia un livello di precarietà tre volte superiore rispetto a quello complessivo degli altri comparti pubblici: quasi il 15% contro il 5,5%”.
E la precarietà non aiuta certamente a superare lo stress, anzi lo incrementa: “Con la ‘Buona scuola’ è stata introdotta la regola per cui dopo 36 mesi da insegnante precario senza assunzione definitiva, vieni lasciato a casa; senza contare che con la ‘Buona scuola’ i docenti hanno perso l’ultimo strumento per gestire classi culturalmente sempre più variegate”.
“Mi riferisco – sottolinea Pittoni – al fatto che bocciare un alunno è ormai praticamente impossibile. Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli non vuole si parli di abolizione di fatto della bocciatura, ma lei stessa ha confermato che si possono promuovere gli alunni ‘anche in caso di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione’ dando così l’ennesima spallata al merito nella scuola pubblica”.
“Per quanto ci riguarda – conclude Pittoni – una volta al Governo ci adopereremo per a sostituire il provvedimento che dopo 36 mesi di precariato scarica l’insegnante, ribaltando l’interpretazione data dal Pd a una direttiva europea. Ma chiederemo anche che sia finalmente attuata la prevenzione dello SLC, nell’interesse sia dei docenti che degli studenti”.
In fatto di SLC va anche detto che trattandosi di materia relativa alla sicurezza nei luoghi di lavoro, la questione dovrebbe essere affrontata anche nel contratto integrativo di istituto; le RSU (ma anche il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) possono intervenire sulla questione ed esigere che l’amministrazione assuma le iniziative necessarie per monitorare e prevenire il fenomeno.
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